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    Uefa, Ceferin: 'Mercato folle, chi sgarra paga'. La Fifa vuole salary cap e Mondiale per club a 24 squadre

    Uefa, Ceferin: 'Mercato folle, chi sgarra paga'. La Fifa vuole salary cap e Mondiale per club a 24 squadre

    La Fifa vuole il salary cap come antidoto al calciomercato folle per arginare i procuratori. Il superpotere dei superprocuratori è sotto l'attenzione di Uefa e Fifa, il vertice del calcio europeo e mondiale: i manager, pilotando i propri assistiti, incassano commissioni favolose e indispettiscono i club. A differenza delle società, che ricavano tantissimo investendo altrettanto, realizzano profitti eccezionali senza reimmettere denaro nel sistema. Per questo è già informalmente sul tavolo lo studio di nuove regole, calmiere alle spese folli per procuratori e intermediari. Ma prende già forma un progetto più immediato: il salary cap. I grandi club non lo osteggiano più. Anzi, hanno cominciato a caldeggiarlo presso il governo del calcio. Come si legge su La Repubblica, sarebbe stato il Real Madrid a ventilare il tetto degli stipendi, dopo il clamoroso esborso del PSG per Neymar. È l'effetto destabilizzante, per la vecchia élite monopolista, dell'irruzione sul mercato di nuovi investitori disposti a qualunque spesa: arabi, cinesi (malgrado il freno governativo, hanno la maggioranza di 28 club in 8 paesi diversi), indonesiani e prossimamente indiani.

    UEFA - Il presidente dell'Uefa, Ceferin ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "I club conoscono le regole del fair play, altrimenti gliele ricorderemo noi. Non importano dimensione e storia: se non le rispetteranno ne subiranno le conseguenze. Non faccio nomi di club, il principio riguarda tutti e non soltanto per il fair play. Ora serve un adeguamento. I prezzi dei trasferimenti si sono moltiplicati incredibilmente, ma è il mercato. Non esistono business senza limiti. Noi siamo contenti del prodotto calcio, che è fantastico, aumenta i ricavi e distribuisce utili. Il problema vero sono i soldi che escono dal sistema. Le percentuali per gli agenti sono troppo alte. Siamo ottimisti: tutti gli sport hanno problemi. Il PSG? Nessun nome. Spero soltanto che tutti i club abbiano capito le regole. Però gli scenari cambiano e dobbiamo adattarci anche noi. Il passaggio record di Zidane dalla Juve al Real, in fondo, vale quello di Neymar oggi. Serve qualche accorgimento: quello che succede può essere un’occasione. Avremo bisogno della Fifa. Un Paese può comprare un giocatore al posto di un club? Naturalmente no, ma nessun giudizio preventivo: aspettiamo la fine del mercato. Non commento il passato, ma se l’Uefa segue le regole devono farlo anche i club. Non ce l’abbiamo con loro, parliamo, li avvisiamo, ma poi ci sono le sanzioni fino all’esclusione dai tornei. Platini e Rummenigge erano andati alla Commissione Ue per chiedere del salary cap: impossibile, gli avevano risposto. Credo che i politici siano spesso negativi per ragioni elettorali. Ora andremo noi a Bruxelles. Sul tavolo ci sono salary cap, luxury tax e non solo: penso a limiti ai prestiti, perché un club non può prestare trentenni se non per controllare il mercato, e perché ci sono società che hanno più di 100 giocatori sotto contratto. La prima è un’italiana. Qualcosa faremo anche senza l’Ue. Non potremo avere il consenso di tutti, ma grande sostegno sì. Il prossimo presidente Eca può essere Andrea Agnelli? Mi piace molto come persona e professionalmente. Giovane, istruito, competente. Non lo considero un collega ma un amico. Mi piace gente dalle larghe vedute: possiamo non essere sempre d’accordo, ma con lui si trova sempre una soluzione. La nuova Champions dal 2018? Avevo criticato che le federazioni l’avessero scoperta dai media, non il contenuto. L’importante che tutti possano partecipare. Poi siamo realisti: i cinque grandi Paesi portano l’86% del fatturato e ricevono il 60%. La prossima Champions ridurrà i posti per le piccole, ma ai piccoli andranno più soldi. Lo spettro di una Superlega? Non ci credo, non sarebbe interessante e penso che le “minacce” ricorrenti non siano serie. Ma teniamo conto di chi porta ricavi. Champions 2021-2024? Mantenendo gli stessi criteri d’accesso. I club non potranno essere di meno. Si parlerà di distribuzione dei ricavi. L'Italia era tra le prime quattro del ranking. Gli italiani sono bravi, professionali, competenti e storicamente hanno grandi capacità diplomatiche nel mondo. Le favorite? I soliti sospetti: Real, Bayern, Juve, Psg, le inglesi, l’Atletico che ha perso due finali. Come la Juve. A Cardiff sono rimasto male per Buffon: merita l’unica coppa che manca alla sua grande carriera. Se il Real Madrid vincesse la Champions per la terza volta sarebbe un bene? Sarebbe un bene che vincesse chi lo merita. Euro 2020 in giro per l’Europa? Una manifestazione bella e simbolica, ma non facile pensando che neppure tutti i Paesi hanno l’Euro. Non sarà facile ripeterla. E per il 2024? Sarà una sfida tra due grandi Paesi di calcio: Turchia e Germania. L’addio di Platini, l’arresto di Villar: dispiaciuto? Soprattutto umanamente. Michel è stato un bravo presidente e Villar, anche se non un mio elettore, è sempre stato simpatico. I certificati medici durante le trattative di mercato? Non è bello e sta succedendo troppo spesso, a volte dovremo proteggere i club e non i giocatori. Preoccupato dalla violenza negli stadi? La sicurezza è una questione chiave, ma ci pensano i governi. Mi spaventa di più il terrorismo: noi possiamo pensare allo stadio, non alle città. Abbiamo creato un’unità di sicurezza che dialoga con la polizia, ma l’Europa non è sicura di questi tempi". 

    MONDIALE PER CLUB A 24 SQUADRE - Intanto sparisce la Confederations e nell'estate del 2021 nascerà un nuovo torneo: il Mondiale per club, che sostituirà quello – non troppo interessante – di dicembre tra i campioni continentali. Un vero Mondiale a 24 squadre, una Champions internazionale con le migliori di tutti i continenti. Il progetto, di cui si discute da tempo, sta arrivando ai dettagli. Sarà un torneo quadriennale al quale la Fifa vuole dare il fascino storico del Mondiale: per cui l’attesa spasmodica, le qualificazioni (attraverso le Champions continentali del quadriennio), l’estate, un trofeo da conservare fino all’edizione successiva. Il calendario consente di giocare nella seconda metà di giugno, dopo le qualificazioni delle nazionali: si può ipotizzare un torneo dal 15 al 30. Al quale parteciperanno 24 squadre divise in 8 gruppi da 3: le prime dei gruppi si qualificheranno all’eliminazione diretta, quarti, semifinali e finale. Una formula che prevede 5 partite per chi arriverà all’ultimo atto. Come si legge sulla Gazzetta dello Sport, la sede non sarà il Qatar ma, molto più probabilmente, la Cina che ha fame di calcio ad alto livello. Fame di vedere le 12 più forti europee più 5 sudamericane, 2 africane, 2 asiatiche e 2 nordamericane (con l’Oceania a spareggiare per un posto) e i campioni del Paese ospitante. Come qualificarsi? Per l’Europa non può che contare la Champions: quindi le ultime 4 vincenti, le ultime 4 finaliste e le altre 4 col miglior ranking Uefa. Se si prendesse l’ultimo quadriennio avremmo Real Madrid, Barcellona, Juve, Atletico Madrid e poi 8 col ranking. Naturalmente ci saranno aggiustamenti, ma il più è fatto. Questa formula non dovrebbe penalizzare la Champions ma darle altra carica, allontanando idee di Superlega. Naturalmente saranno i diritti tv, venduti in tutto il mondo, a garantire premi ai club. 
     

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