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    Udinesemania: Scuffet in panchina e l'umiliazione continua

    Udinesemania: Scuffet in panchina e l'umiliazione continua

    • Kevin Locatelli
    Ci abbiamo provato tutti, con un cauto ottimismo, a sperare nella nascita di una nuova Udinese, ma ieri sera i sogni degli ultimi romantici si sono scontrati con la dura realtà e i bianconeri hanno lasciato il loro posto in Coppa Italia allo Spezia. Il mio volto nel commentare questa sfida è triste quasi come quello di Simone Scuffet seduto in panchina. La Coppa Italia doveva essere la sua vetrina e il suo piccolo spazio da ritagliarsi nel corso della stagione, invece no all'ultimo ancora quella vecchia mancanza di fiducia, il giocatore va in panchina e la squadra viene comunque eliminata.

    Poi sul campo ci si può perdere a guardare ai dettagli della sfortuna e delle occasioni perse come l'errore dal dischetto di Zapata che avrebbe potuto rimettere in piedi una sfida che però era già stata in parte compromessa. Gli errori individuali non si contano tra Heurtaux dietro, Matos e Zapata davanti, una squadra dall'umore instabile che nei primissimi minuti sembrava poter spaccare il mondo per poi perdersi in un bicchiere d'acqua. Lo scorso anno l'arrivo di De Canio aveva fornito quella fiducia necessaria ai singoli per emergere, ma ora quelle sicurezze sembrano già precarie e per Iachini le premesse non sono per niente buone.

    Certo piangere il morto alla prima uscita stagionale sembra un po' crudele, ma il problema è che ciò che si è intravisto nella serata di ieri tra le mura dello Stadio Friuli è quanto di meglio ci ha fatto compagnia nelle ultime stagioni. Una mancanza di coesione tra i reparti e errori individuali che sottolineano la scarsa sicurezza in se stessi dei giocatori, cose su cui la società deve intervenire immediatamente altrimenti il copione che ci aspetta non sarà migliore di quelli appena passati. Ora bisogna vedere se questa società ha ancora la capacità di credere a se stessa, invece di affidarsi a delle logiche che a quanto pare non hanno niente a che fare con cuore e passione, ma soprattutto sembrano non premiare.

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