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    Udinesemania: Gotti, è il Tucu Pereyra il tuo nuovo leader

    Udinesemania: Gotti, è il Tucu Pereyra il tuo nuovo leader

    • Stefano Pontoni
    Chi raccoglierà l'eredità di De Paul? Se la dieci è andata a Deulofeu, il ruolo di leader, tecnico e carismatico, in campo è tutto di Roberto Pereyra.

    Il Tucu, 30 anni compiuti lo scorso gennaio, è nel pieno della maturità sportiva. Giocatore fatto e finito, tecnica ed esperienza al servizio dei compagni. Tocca a lui ora prendersi l'Udinese sulle spalle e trascinarla verso la salvezza, obiettivo da raggiungere al più presto come sempre. 

    Già nel debutto casalingo di Coppa Italia, ieri sera contro l'Ascoli, ha messo in mostra tutta la sua classe. E' lui il faro del gioco bianconero e infatti non c'è da stupirsi se nei tre gol c'è sempre il suo zampino.

    Suo il gol che sblocca il risultato, tap in facile facile sotto porta dopo la papera di Leali. Suo l'assist al bacio per il raddoppio di Molina. Suo anche il tris che ha messo la parola fine sul discorso qualificazione. 

    Il terzo gol è perla rara, roba per buoni intenditori, possibile solo per piedi raffinati. Il centrocampista classe '91 si gira in un fazzoletto, lascia lì i due centrali marchigiani, poi fa partire un mancino che tocca prima la traversa e poi termina in rete. L'apice della sua partita è tutto lì, in quel gesto tecnico, in quelle movenze. 

    Il pubblico del "Friuli" non può che tributargli la standing ovation all'uscita. Gotti gli risparmia saggiamente gli ultimi venti minuti, quando il match ormai non ha più nulla di dire. La condizione non è ancora delle migliori e non bisogna forzare la mano. Tra sette giorni c'è la Juventus di Allegri e il tecnico comachino non può fare a meno di lui.

    Gotti gli sta cucendo addosso un nuovo ruolo, meno da mezz'ala di corsa e inserimenti e più da regista offensivo. Lì, in quella zona di campo, lo avevamo capito già dalle prime amichevoli e da certe partite dello scorso campionato, si sente più a suo agio e può essere più decisivo, anche in zona gol. 

    Quel figliol prodigo, tornato in bianconero dopo le esperienze con Juventus e Watford, può diventare ora il nuovo simbolo di una nuova era bianconera. 

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