Udinesemania: bisogna trovare i giusti tasti da toccare
Il momento che sta vivendo l'Udinese è decisamente difficile da decifrare. Nei giorni scorsi dopo la pesante sconfitta contro la Sampdoria, sono stati tirati in ballo tutti gli argomenti storici: le cessioni di mercato, Di Natale, le scarse motivazioni e infine anche il monte ingaggi che dovrebbe, secondo alcune teorie, relegare l'Udinese sempre a metà classifica.
Dopo aver analizzato ognuna di queste ipotesi attentamente, non volendo peccare di superficialità o snobbarne alcuna, è mia personale opinione che il problema più grosso è da trovarsi nella cerchia psicologica/motivazionale. Ho escluso da subito le cause di mercato, perchè è evidente che se fosse qui il problema avremmo dovuto soffrirne già nelle passate stagioni. Ho escluso categoricamente il problema Di Natale, perchè se ci può stare qualche critica alla scarsa vena realizzativa dell'attaccante nell'ultimo periodo, di certo non gli si possono rivolgere critiche per Genova, visto che non gli sono arrivati palloni giocabili e la squadra è arrivata al tiro solo al 90'. Il discorso del monte ingaggi in parte mi aveva convinto, ma anche qui come sul discorso mercato, ci sono due qualificazioni Champions e una in Europa League, che sconfessano per forza di cose questa teoria; nonostante la teoria stessa preveda delle eccezioni per una particolare condizione fisica della squadra con il monte ingaggi basso, ma tre stagioni non possono essere un'eccezione.
Arrivo quindi al discorso motivazionale; in questo girone d'andata le migliori prestazioni dell'Udinese sono state offerte contro: Roma, Fiorentina, Juventus, Napoli e Inter in Coppa Italia, le peggiori invece contro: Lazio, Atalanta, Torino, Verona, Sampdoria e Inter in campionato. Se escludiamo il doppio confronto con l'Inter che fa un po' storia a se, nelle quattro migliori prestazioni i friulani alla vigilia venivano dati per spacciati, mentre invece la pressione agonistica e la cura dei dettagli da parte del tecnico, hanno dato vita a delle partite splendide in cui solo episodi non hanno portato ad altrettante vittorie, ma la squadra c'era. Quella stessa squadra da cui forse qualcuno si aspettava punti facili contro Torino, Verona e Sampdoria, invece, è apparsa molle senza quell'aggressività necessaria per affrontare tre squadre che a livello motivazionale ne avrebbero da vendere a mezza serie A. Non mi sono concentrato su Lazio e Atalanta, perchè sono avvenute a inizio campionato e facevano parte di quelle sconfitte di assestamento che a inizio campionato ci possono stare.
A questo punto quale futuro? Gli aspetti psicologici di un giocatore, i giusti nervi, soprattutto quando si parla di ragazzi giovani, sono i più difficili da toccare, ma sicuramente starà qui la chiave del successo o del fallimento di questa stagione. Le qualità dei giocatori ci sono in ogni reparto, sarà decisamente il gruppo a far la differenza, con la pressione giusta i ragazzi hanno sempre dato il meglio, e sicuramente quel - 4 sulla zona retrocessione aiuterà l'ambiente a sentirla. Per chi pensa che il mercato sia la soluzione a tutto..a gennaio abbiamo comprato Muriel, un talento colombiano che domenica sarà già in campo..