Udinese, Larini:|'Favorita campo caldo'
abrizio Larini, non tutti sanno che è stato anche un importante mediano del Palermo. Un doppio ex quindi! Che a Udineseblog.it ricorda i tempi vissuti in Sicilia, andando poi a raccontare il momento attuale a 365°: “A Palermo ho vissuto 4-5 anni: è stata una esperienza professionale come calciatore importante, nel mio curriculum posso dire che il ricordo è denso di emozioni. Ero giovane e mi sono ritrovato in una piazza importante con giocatori di un certo livello. Allora il Palermo, come oggi, prendeva giocatori di nome e mi trovavo con calciatori importanti”.
Qualche compagno che ricorda con più affetto? “Sinceramente sono stati anni molto felici dal punto di vista dei rapporti con i compagni: un gruppo pulito con i quali mi sento ancora. Tipo Di Cicco, il secondo di Mutti a Bari, Favalli morto recentemente, Vianello, Pepe, Cerantola, Maio e tanti altri. Poi Silipo come allenatore, ma mi scuso se mi dimentico qualcuno” . Poi, aggiunge, “c’erano anche molti friulani tra i quali Pighin, Barbana. Insomma ho ottimi ricordi”.
Palermo, ieri come oggi: una piazza calda che pretende molto: “A Palermo ci sono sempre state pressioni: anche allora vivevano di calcio. All’epoca lo stadio si chiamava Favorita e non Barbera, che era presidente: ricordo che lo stadio era sempre colmo di gente. Il calcio è sempre stato vissuto in maniera intensa in Sicilia. Se andavamo bene si era osannati, altrimenti...”. Insomma cambiano i tempi ma il posto sembra rimanere uguale.
Del resto, aggiunge il direttore, “i limiti delle piazze del sud sono proprio l’esaltazione che diventa delusione in breve: e si eccede in alcune cose. L’equilibrio manca”.
Intanto a Udine, più placida, si sente che D’Agostino ha rotto con la Fiorentina, Pepe non sembra rientrare nei piani della Juve. Potrebbero tornare? “Sono semplicemente discorsi prematuri: come si fa a parlare di queste cose oggi? Nel calcio le cose cambiano radicalmente in poco tempo. Oggi l’opinione è una, fra un mese cambia”
Tornando alla sfida del Barbera, molti la chiamano finale. Cosa probabilmente sbagliata, perché è importante ma non decisiva: “La finale è la partita che decide un destino di una squadra: le altre non si possono considerare finali. Chiamare queste gare finali è esagerato. Si esagera sempre nel calcio. E’ sicuramente una partita importante ma non determinante”.
Col DS, poi, si parla anche di Fairplay fianziario. Una Udinese in Europa e con un bilancio sano potrebbe crescere ulteriormente: “il Firplay finanziario diventa obbligatorio: non credo possano cambiarlo nemmeno le grandi. E’ giusto un controllo. Assistiamo altrimenti a fallimenti di parecchi club. Dobbiamo tener presente che in Italia però siamo penalizzati rispetto all’Europa dagli stadi. In alcuni posti le tassazioni sono agevolanti. Qui no. Lo stadio produce poco come utile e gli impianti di oggi tengono lontano la gente”.
Il nuovo Friuli aiuterà a produrre utili in tal senso? “Al momento con 12 mila abbonati e uno stadio non comodo, con poca visibilità, con 22 mila posti sarebbe pieno. Vanno riviste però le leggi che mettono in difficoltà l’andare allo stadio. La gente preferisce ancora rimanere a casa. Leggo che vengono proibite le trasferte. Faccio un esempio: al Bayern si sono inventati una agenzia viaggi per tifosi. Qui sappiamo come stanno le cose”.
Ma la privatizzazione arriverà? “La partita degli stadi è dura. Maroni in Lega mi ha detto di essere ottimista. Ma il tempo passa e non si è arrivati ancora a nulla di concreto”.
Infine ancora Palermo-Udinese. Pastore-Sanchez è la sfida nella sfida. Ma che differenze ci sono tra i due giocatori? “Sanchez e Pastore sono simili solo per la zona di campo che ricoprono: uno è brevilineo scattante. Pastore è giocatore longilineo, rifinitore” E Larini a chi somiglierebbe nell’Udinese di oggi? “Il gioco è cambiato, facevo il mediano ed era diverso. Dico che se devo dire qualcuno, questo è Pinzi”.