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    Udinese, Gotti: 'Ibra-Lukaku: giudizio morale inutile, succede anche tra preti. Conte? Gli allenatori contino fino a dieci...'

    Udinese, Gotti: 'Ibra-Lukaku: giudizio morale inutile, succede anche tra preti. Conte? Gli allenatori contino fino a dieci...'

    Luca Gotti si racconta. In un'intervista al Corriere dello Sport, il tecnico dell'Udinese parte dalla lite Agnelli-Conte: "Io educato? Non sono 'altro' rispetto a questo. Né sono nato ad Oxford. Vengo dalla campagna del basso Polesine, fiero delle mie origini e della mia cultura. Che mi suggerisce una distinzione. Lukaku e Ibra si beccano come avviene in tutti i campi. La loro lite è poco più che un frame. Farci della sociologia vuol dire strumentalizzare qualcosa che sta tutta dentro il calcio e solo il calcio può spiegare. Mettiamola così: ci sono due atleti che si confrontano e utilizzano tutte le armi a disposizione, compresa quella della provocazione, per mettersi reciprocamente a disagio. Non si chiamassero Lukaku e Ibra, non ne parleremmo neanche. Finisce in rissa la finale della Clericus Cup tra preti, o il torneo degli avvocati. Il calcio tira fuori il meglio e il peggio che è in noi". 

    SUGLI INSULTI TRA I DUE - "Dico semplicemente che non è necessario caricare di un giudizio morale un fatto che sarà già giudicato secondo il regolamento sportivo. Che è una garanzia, perchè fa corrispondere una sanzione alla violazione. Però non possiamo far finta di non sapere che la sfida per vincere si compie tutta su una frontiera border line, dove il dispendio di energie fisiche impatta sul controllo delle emozioni. Ecco, voglio dire che non possiamo giudicare a bocce ferme, con un paradigma morale, ciò che succede tra una squadra che è sotto di uno o due gol e un'altra che difende il vantaggio con tutte le forze che ha".

    SU CONTE-AGNELLI - "L'allenatore è una guida. Noi sappiamo che conte lo interpreta in modo sanguigno, trascendere fa parte del suo modo di fare gruppo. E il suo è un gruppo allargato, non si ferma alla squara. E' un popolo. Lui dà l'idea di riferirsi sempre a questa grande platea virtuale. Ma chi ha un ruolo di guida è sperabile che riesca a contare fino a dieci".

    SU SARRI - "E' un ossimoro vivente. Fa convivere un'intelligenza estremamente raffinata con momenti di chiusura totale, in cui reagisce solo di pancia. Lo definirei un estremista concettuale, mette continuamente alla prova le tue convinzioni passate e ti sprona ad aggiornarle. Il nostro è stato un rapporto pieno, anche in quel piccolo spazio che Maurizio riserva a ciò che sta fuori dal calcio. Lui ideologicamente a sinistra, io dalla parte opposta. Eppure a volte ci siamo trovati a litigare da posizioni invertite, chiudendo tutto con una classica risata".

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