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Udinese, tre punti ma zero gioco. Per il Genoa l'exploit con la Juve è un ricordo
Prandelli a Udine ha varato l'ennesima versione del suo Genoa, disposto con un 4-4-1-1 che doveva contenere le sfuriate (poi risultate sporadiche e sempre espresse in contropiede) dell'Udinese. Il match ha preso subito una brutta piega, sbaglierebbe il tecnico ad aggrapparsi al gol incassato precocemente per analizzare la sconfitta. La ripersa, con il Genoa riportato al 4-4-2 con gli ingressi di Bessa e Pandev e il finale col 4-3-1-2 grazie al ricorso a Lapadula (per lui solo una rocambolesca traversa. continua la maledizione del gol) ha segnalato la necessità di non lasciare solo Kouamé a battagliare contro una difesa schierata. L'Udinese non avrà il tempo per festeggiare, martedì andrà a Miano rossonera senza Larsen e Sandro, sotto squalifica. Ma il vero giorno del giudizio verrà sabato prossimo, quando alla Dacia Arena arriverà l'Empoli. Quella sì sarà la partita da non sbagliare.
Hai voglia a strologare sull'assetto tattico, le marcature, le motivazioni, l'autostima, tutta roba buona per riempire la bocca degli allenatori e la pancia dei cronisti. Udinese e Genoa sono due squadre ancora alla ricerca di se stesse. Non a caso, in stagione hanno alternato tre allenatori a testa: Velasquez, Nicola e Tudor i friulani, Balladrini, Juric e Prandelli i liguri. E si vede. Il primo tempo (gol a parte e salvo un paio di altre occasioni topiche) è una autentica lagna. Spaventata forse, dal ritrovarsi avanti nel punteggio la squadra che Tudor ha modellato su un (teoricamente) audace 4-3-3, col tridente formato da Pussetto, Okaka e De Paul, si rifugia come una marmotta nella tana e concede al Genoa campo e libertà di gioco. La squadra di Prandelli, scesa in campo con un inedito 4-4-1-1, con Sturaro in appoggio a Kouamé unica punta e Sanabria in panchina, domina nelle diagonali, negli inserimenti esterni, nel palleggio, agevolata da un centrocampo avversario di cartavelina, in cui Sandro, perno centrale, cede metri a Sturaro, Radovanovic si mangia Mandragora e Rolon tiene in allarme Fofana. Senonché le fasce esterne rossoblù, sulle quali Prandelli si sgola dalla panchina chiedendone ai suoi l'occupazione permanente, trovano interpreti saltuari e distratti (Lazovic) o assai timidi: Pereira, visibilmente preoccupato dai soprassalti, invero rari, del celebrato De Paul, in giornata assai sghemba. Risultato, il Genoa fa la partita e l'Udinese la subisce, lucrando al massimo sul gol iniziale di Okaka. Almeno fino alla mezz’ora, quando la squadra di Tudor ha un soprassalto e rischia persino di trovare il raddoppio con Pussetto.
Nel frattempo il Genoa ha disturbato due volte i sogni di Musso con altrettante conclusioni (da 30 metri e di testa) di Radovanovic e poco d'altro nei fatali sedici metri. Il resto del primo tempo? Poca roba. Sterile dominio genoano, interrotto qua e là dal solito razzente contropiede bianconero, lanciato dal velocissimo Pussetto. Al 28' Radu in uscita temeraria sul lato corto dell'area aveva steso Okaka, Pairetto aveva decretato il calcio di rigore, salvo tornare sui suoi passi cogliendo la segnlazione di fuorigioco del centravanti rilevata dall'assistente Ranghetti. Giusto così. Il tempo per annotare Pussetto che si divora il raddoppio e prendere nota di quattro ammonizioni di 13' (Larsen, Sandro, Zeegelaar e Criscito) e tutti negli spogliatoi per l'intervallo.
Dunque, beati gli ultimi (o giù di lì) se gli avversari sono come il Genoa. La vittoria dell'Udinese alla fine non ammette obiezioni, sebbene maturata fra sprechi di ogni genere, senza i quali il punteggio sarebbe risultato ancor più rotondo. Imperdonabile l'errore di Lasagna, a tu per tu con Radu, a dieci minuti dal 90'. Anche il Genoa recrimina qualcosa, in particolare l'occasione per bucare Musso giunta al 43' della ripresa: una doppia carambola di testa fra Lapadula, Musso la traversa e il tap in, ancora su colpo di testa ravvicinato di Kouamé, prodigiosamente abbrancato dal portiere friulano col pallone giusto sulla linea di porta. Per il resto, nel corso della ripresa, qualche spingardata da lontano di Radovanbovic e Sturaro e molto sterile possesso palla che una sola volta si era tramutato in una occasione limpide per fare gol. Sette gli ammoniti di giornata, quattro nel Genoa e tre nell'Udinese, anche il genoano Criscito, come Larsen e Sandro salterà la prossima partita per squalifica.
Degni di nota i due gol friulani. Il primo frutto di un contropiede al fulmicotone sull'asse Pussetto-De Paul-Okaka-Fofana, finalizzata dall'assist per l'ex blucerchiato che non ha fallire il colpo. Il secondo un autentico colpo da maestro dell'ex Mandragora che ha armato il suo temibile sinistro incastrando il pallone in rete a fil di palo. E ha festeggiato la prodezza, eccome se l'ha festeggiata. La ripresa in definitiva è risultata più sapida e interessante dello stracco primo tempo. In avvio, Prandelli aveva messo mano a Pandev e Bessa per Lavozic e Rolon e Sturaro arretrato sulla linea mediana. Il ritorno al modulo vittorioso sulla Juve. All'11' De Paul si è divorato il 2-0 scaricando in curva il pallone servitogli al bacio dall'arrembante Pussetto, padrone della fascia destra dell'Udinese, dove si era spostato Bessa. Al 16' il capolavoro di Mandragora, ancora su invito dell'esterno argentino. Controllo e tiro di sinistro di controbalzo che ha mandato il pallone nel sacco a fil di palo, dove Radu proprio non poteva arrivare: 2-0 per l'Udinese e match in discesa per la squadra di Tudor.
Col Genoa sbilanciato in blocco alla ricerca di risalire lo svantaggio il contropiede per l'Udinese era diventato un giochino persino divertente. Col solito micidiale Pussetto, "bevutosi" Criscito, a galoppare per sessanta metri palla al piede per poi scaricare un destro debole su Radu. Prandelli, disperato, aveva tirato via dal campo Sturaro ricorrendo a Lapadula. Tudor aveva risposto dando respiro a Okaka, eccellente non solo per il gol ma nel tener palla e far salire la squadra, per Lasagna. Quindi spazio anche a Badu, rientrante da un lungo infortunio, per l'esausto Fofana. Servito cortesemente da Pereira, il nazionale azzurro è riuscito a divorarsi il terzo gol facendosi ipnotizzare da Radu ,infine l'occasionissima rossoblù sventata dalla traversa e da Musso. Così doveva andare, evidentemente, e così è andata. Per lo spettacolo, pregasi ripassare.
IL TABELLINO
Udinese-Genoa 2-0 (primo tempo 1-0)
Marcatori: 4' p.t. Okaka (U), 17' s.t. Mandragora (U)
Assist: 4' p.t. Fofana (U), 17' s.t. Pussetto (U)
Udinese (3-4-3): Musso; Larsen, De Maio, Ekong, Zeegelaar; Fofana (40' s.t. Badu), Sandro (18' s.t. Behrami), Mandragora; Pussetto, Okaka (29' s.t. Lasagna), De Paul. All. Tudor.
Genoa (4-4-1-1): Radu; Pereira, Romero, Zukanovic, Criscito; Lerager, Radovanovic, Rolon (1' s.t. Pandev), Lazovic (1' s.t. Bessa); Sturaro (25' s.t. Lapadula); Kouame. All. Prandelli.
Arbitro: Pairetto di Nichelino
Ammoniti: 5’ p.t. Rolon (G), 33’ p.t. Larsen (U), 38’ p.t. Sandro (U), 40’ p.t. Zeegelaar (U), 42’ p.t. Criscito (G), 2’ s.t. Bessa (G), 33’ s.t. Pereira (G)