Udinese:|Delitto perfetto
C'è una regola basilare, tra gli scrittori di romanzi gialli: il delitto perfetto è quello in cui l'assassino elimina la vittima e riesce a squagliarsela senza che nessuno, e dico nessuno tra i presenti si accorga di niente.
Beh, diciamo che seguendo alla lettera questa legge, potremmo benissimo dire che quello che si è consumato al Friuli sia proprio un delitto perfetto.
La vittima, in fondo, è stata eliminata. E nessuno si è accorto di nulla.
Non ce ne voglia il buon Sherlock Holmes, se ci improvvisiamo detective, ma qualche escamotage letterario per impreziosire questa domenica di ordinaria noiosità dovevamo pur trovarlo.
Un triplice fischio che, sorpresa sorpresa, rilancia le speranze europee dei Friulani e abbandona il Siena ad una retrocessione che, non ancora certa, sembra quanto mai probabile.
Speranze europee, si diceva. Già...
Bello, intrigante, ma non facile. Per niente.
A 33 punti parlare di salvezza suonerebbe un eccesso di prudenza (per usare un eufemismo... ) e per non giocare, da qui a fine campionato, una serie di amichevoli, serve un obiettivo, un fuoco orientativo, uno sprone che accenda gli animi e gli ardori di calciatori e tifosi. Ma l'impresa sembra tutto tranne che un gioco da ragazzi.
La Roma, innanzitutto, con il 2 a 1 casalingo ai danni dei nerazzurri, si è prenotata un posto a sedere in finale di Coppa Italia. Finale che la qualificherebbe di diritto in Europa League, anche in caso di mancato piazzamento utile in campionato.
Il che, tradotto in parole povere, significa che o si arriva quinti o non c'è trippa per gatti (a patto che i giallorossi non si classifichino in posizione da coppe, cosa che, vista la continua baldoria della difesa-parco-gioco zemaniana, sembra alquanto improbabile).
In secondo luogo, urge un cambiamento di rotta sul piano del gioco. I tre punti casalinghi contro il Siena sono salutiferi e gustosi proprio perché immeritati. Ma giocandole tutte così di sicuro non si va lontano. Nella prima metà di campionato (e soprattutto nelle prime dieci della prima metà di campionato), Guidolin e co. sono stati eccellenti nell'arte di sopravvivere. Hanno saputo eliminare le scorie europee, l'emergenza infortuni, pareggiare partite che una squadra meno tenace avrebbe perso, tenendosi aperte le porte del "sogno"(che se gli scorsi anni si chiamava Champions, questo giro si chiama E.League).
Ora, per inseguire questo sogno, serve il tanto acclamato salto di qualità. Vedi sotto la voce "Fare risultato a S.Siro".
Impresa ardua?
Certo.
Ma altrimenti, che divertimento ci sarebbe?