Udinese:| A due passi dalla Champions
Magari sarà stato anche senza la frittatona di cipolle e la familiare di birra gelata, certo che sistemarsi ieri sera davanti al televisore come il ragionier Fantozzi per assistere a Inter-Roma per il tifoso friulano è stata una goduria pazzesca, arrivata sulla scia di un’intera domenica trascorsa da spettatore.
Sembra passato un secolo dagli stenti provocati dall’infinito giro sull’ottovolante Udinese guidato da Pasquale Marino, una “montagna russa” – su e giù: una vinta, due perse, pochi pareggi – che di questi tempi non sembra essere molto gradita neppure a Parma, invece neppure un anno fa si facevano calcoli di ben altro tenore da queste parti. Scontri salvezza, incroci pericolosi con le grandi, trasferte più o meno abbordabili. Tutto per arrivare prima possibile a quota 40, là dove adesso – a 14 giornate dalla fine – la banda del Guido ha già piantato le tende.
Parlare di miracolo sarebbe ingiusto verso il lavoro di Guidolin e del suo staff, un’opera di ricostruzione partita con l’allucinante 0 (punti) su 4 (gare, le prime) che ha portato l’Udinese dal fondo della classifica a due passi della zona Champions League, il tutto nel giro di quattro mesi. «Sono orgoglioso del gioco che la mia squadra esprime», ha svelato l’allenatore bianconero subito dopo aver sconfitto la Sampdoria e aver “lucidato” le solite armi, mortali per gli avversari: Di Natale e Sanchez.
Sono questi gli emblemi, le punte di diamante dell’Udinese del Guido, squadra che viaggia a mille, sorretta da una condizione fisica invidiabile e da una cifra tecnica che la coppia d’attacco esalta. Tanto che Totò adesso ha in bacheca il centesimo gol in bianconero e il Niño cileno sembra davvero il Cristiano Ronaldo del nostro campionato.
Così, attraverso il gioco e le individualità l’Udinese può sperare davvero di partecipare alla volata per le prossime coppe: ora, in attesa dei vari recuperi, è quinta, a due punti da quel quarto posto occupato dalla Lazio e che alla fine regalerà una chance per la Champions. Perchè non sognare?