Udinese a Brescia:|Squadra che vince si cambia?
mmaginiamo la Serie A come un treno: l’Udinese attualmente è l’ultimo vagone, quello meno ambito solitamente, quello che in alcuni casi viene sganciato prima di altri.
Una posizione non di certo prevista qualche mese fa quando, in estate, il 4-2-3-1 di Guidolin raccoglieva applausi e consensi. Poi le vicissitudini che tutti conoscono, l’avvio terribile, la lenta ripresa e la vittoria sul Cesena allo scadere.
A Brescia non c’è quindi motivo per andare spensierati come fu nell’amichevole di ferragosto. Allora tutto sembrava diverso. Oggi le parti sembrano invertite.
QUI UDINESE - Guidolin da allora ha dovuto perdere pezzi importanti e proprio in quell’occasione descrisse come ‘difficile’ lo spogliatoio bianconero. In seguito spiegò che intendeva parlare della difficoltà di assemblare una compagine a dir poco eterogenea.
Il caso Sanchez in tal senso è solo la punta di un iceberg ben più profondo.
A Brescia, dopo aver intrapreso un cambiamento radicale anche nel modulo, con annesse esclusioni eccellenti, non crediamo che ci dobbiamo attendere grosse novità.
Ferronetti è out chissà per quanto tempo, di Basta si sono perse le tracce anche se continua ad allenarsi col gruppo proseguendo la tabella di marcia per il recupero, Domizzi non ha ancora recuperato mentre la nota positiva arriva da Di Natale che non desta particolari preoccupazioni. In questo contesto appare logico che il vecchio detto, squadra che vince non si cambia, è più che mai attuale.
Handanovic tra i pali, Zapata, Benatia e Coda in difesa.
Isla, Inler, Asamoah e Armero in medina.
Pinzi ancora trequartista: il ‘Capitano’ (ma lui non vuole essere chiamato così per rispetto a Di Natale), è l’uomo in più in questo avvio di campionato. Come privarsene? Guidolin, in conferenza stampa, ha parlato di Sanchez trequartista. Il vecchio numero 10 pare stia riprendnedo piede nelle mode calcistiche, un po’ come la minigonna per le ragazze. In alcuni tempi si accorcia in altri si allunga, in altri ancora meglio i pantaloni.
Diciamo che Pinzi non è di certo il numero 10 che tutti hanno nella fantasia che rievoca Platini, Zico, Maradona, Baggio, Mancini o altri. E’ un combattente ma anche velocità di esecuzione e l’esperienza gli ha regalato visione di gioco.Sanchez al contrario per ora ha la classe che non mancava a certi campioni che hanno vestito il numero 10, sia in casa bianconera che altrove. Ma deve crescere tanto: meno dribbling e maggior velocità d’esecuzione. Deve capire meglio dove è bene indirizzare la palla, deve anche tagliare meglio il campo e soprattutto deve parlare di più con i compagni. Parlare, per Guidolin, significa capirsi in termini tecnici non solo intendersi approssimativamente.
E DENIS? Sabato il tecnico bianconero ha ammesso che lo vede al 60 per cento. Guidolin non è uno che fa troppa pretattica, quindi è pensabile che, anche dopo aver assistito all’amichevole col Koper, l’argentino arà convocato ma al massimo può ambire a prendere confidenza col campo in caso di necessità. In certi casi la cautela non è mai troppa, anche perché la posta in palio è già alta.
QUI BRESCIA - Il nervosismo in casa lombarda c’è: la squadra fa bene ma con la Roma tutti sanno cos’è accaduto. Poi la squalifica di Diamanti (uomo chiave) non digerita. Insomma Iachini sta cercando di trasmettere ancora più grinta a una squadra che in casa da tempo immemore non vince tre gare consecutive. Oggi è prevista la ripresa degli degli allenamenti senza i nazionali Berardi, Daprela, Hetemaj e Kone. Zoboli dovrebbe proseguire con le terapie. Giovedì, a porte chiuse, si proverà l'undici anti-Udinese: Kone, atteso dopo gli impegni con la Grecia, è il candidato principale a sostituire Diamanti. Ma attenti a Caracciolo. L’airone è uno che se capitano palloni alti sa come sfruttarli al meglio