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Tutti vogliono Buendia: l'MVP della Championship che sogna di giocare con Messi
ARGENTINO DI CASTILLA - Emiliano Buendia, con un cognome così, che in spagnolo è la contrazione di buenos dias, praticamente il corrispondente dell’italiano buondì, non poteva non nascere nel giorno di Natale del 1996, a Mar del Plata, importante città costiera in provincia di Buenos Aires, che in Argentina hanno soprannominato la ciudad feliz, la città felice. A soli 12 anni, però, lascia l’Argentina per trasferirsi in Castilla, a Madrid, dove gioca un anno nelle giovanili del Real. Erano i blancos di Cristiano Ronaldo, Kakà e Raul, ma il suo idolo era il giovane Higuain, ha raccontato in una recente intervista a GianlucaDiMarzio.com. Nella Fàbrica di Valdebebas, però, le cose non vanno per il meglio e Buendia passa al Getafe, città dell’hinterland madrileño. Resta negli azulones per dieci anni, dal 2010 al 2017 e, il primo febbraio 2015, appena diciottenne, esordisce in prima squadra in Liga contro l’Almeria, diventando il più giovane della storia del club.
IL SOGNO DI GIOCARE CON MESSI - Pochi mesi dopo, il 28 aprile, gioca 90’ minuti nel 6-0 subito dal Barcellona. È un’umiliazione, ma al giovane Emiliano succede qualcosa che, come ha recentemente raccontato lui stesso in un’intervista al Guardian, gli cambierà la vita. Prima che inizi il secondo tempo gli si avvicina Lionel Messi e gli chiede "Che cosa vuoi fare? Vuoi giocare per la Spagna o per l’Argentina? (visti i tanti anni trascorsi in Castiglia, aveva disputato una partita con l’under 17 spagnola)". “Ovviamente voglio giocare per l’Argentina, voglio giocare con te, è il mio sogno” risponde il ragazzino incredulo. Oggi, a 25 anni, la chiamata della Selecciòn albiceleste non è ancora arrivata, ma la sensazione è che, se continua così, sarà questione di tempo.
ALLA CONQUISTA DELLA PREMIER - Buendìa è nato in Argentina e cresciuto calcisticamente in Spagna, ma è all’Inghilterra che deve il suo successo. Nel 2018 il Getafe lo manda in prestito al Cultural Leonesa, sempre in Castiglia, ma in Castiglia-Leon, quella più a nord. Qui, nonostante la retrocessione in terza serie, attira l’interesse degli osservatori del Norwich, che lo acquista per 1,5 milioni facendo l’affare forse più grosso della sua storia. Curiosamente, il Norwich, il club dove è esploso definitivamente, ha gli stessi colori, il giallo e il verde, dell’Aldosivi, la principale squadra di Mar del Plata, dove, però, non ha mai giocato.
CALCIO ALL’ARGENTINA - Nella scorsa stagione, Buendia è stato una delle poche note positive del campionato dei Canaries, retrocessi senza mai lottare più di tanto e, quest’anno, ha trascinato il Norwich alla vittoria del campionato partecipando al 42% dei gol segnati dalla sua squadra. Nel 4-2-3-1 di Farke parte prevalentemente da destra (ma può giocare in tutte le posizioni della trequarti) e si accentra per liberare spazio sulla fascia per le incursioni di Aarons, altro pezzo pregiato del prossimo mercato. Una volta ricevuta palla, il suo compito è trovare Pukki o mettersi in proprio e segnare direttamente. È un destro naturale ma usa molto bene anche il sinistro. Segna tanto ed è ancora più bravo a far segnare, ma soprattutto è un dribblatore seriale, alla maniera di Buenos Aires, uno dei migliori d’Inghilterra. È un classico interprete del calcio all’argentina: concreto ma esteticamente impeccabile, volto al divertimento altrui, ma soprattutto a quello personale, fatto di uno contro uno vis-a-vis come nel tango, ma anche di altruismo ed abnegazione, un calcio che aspira al buon umore. Per uno che si chiama Buendia di cognome ed è nato il giorno di Natale nella ciudad feliz, non poteva essere diversamente.