Tutti per la Juve. Grande Roma, Inter senza difesa. Milan, c'è il caso Ibra
di Xavier Jacobelli
(direttore quotidiano.net)
Non c'e' neve che tenga: nel campionato devastato dal meteo, ma, soprattutto, dall'incredibile disorganizzazione della Lega, giocano tutti per la Juve. Che frena in casa con il bel Siena di Sannino, ma si volta indietro e scopre che il Milan non riesce piu' a vincere. Che la Lazio paga pegno ad un organico insufficiente non appena l'assilla l'emergenza infortuni e cade a Marassi contro uno splendido Genoa. Che l'Inter aveva speso cosi' tante energie per infilare 8 vittorie consecutive (7 in campionato e 1 in Coppa Italia), da schiantarsi sin Coppa Italia per mano del Napoli e arrancare nel massimo torneo con il 4-4 interno di mercoled' scorso prima di rimediare una batosta davanti alla Roma trasformata rispetto alla squadra balbettante travolta a Cagliari.
Il pareggio interno della capolista conferma che non c'e' mai nulla di scontato nella serie A italiana, il cui coefficiente di difficolta' e' piu' alto di altre competizioni meno equilibrate. Ma, per vincere lo scudetto, ala Juve sta bene anche il punto scaturito dal confronto con il Siena. Sono le altre ad essere in ambasce.
A cominciare dal Milan che, da quando si e' inceppato Ibrahimovic, non sa piu' vincere. La sconfitta con la Lazio e il pareggio interno con un Napoli convalescente - che comunque gioca sempre meglio con le Grandi rispetto alle deludenti prove offerte al cospetto delle medio-piccole - fano suonare le campane a martello. Non tanto per la situazione in classifica che vede i campioni d'Italia ancora in lizza per il titolo sebene la Juve contiuna gara in meno - quanto per il nervosismo a fior di pelle che e ' tornato ad assalire Ibrahimovic e ha contagiato pure Allegri.
L'uno e l'altro sono stati espulsi (per Ibra questo e' il quinto cartellino rosso da quando gioca in Italia), Robinho s'e' mangiato un gol grande come San Siro, l'allenatore ha adottato una tattica troppo difensivistica e le conseguenze si sono viste. Risulta che Berlusconi non sia molto soddisfatto e lo stesso dicasi di Ibrahimovic, al quale manca tanto Cassano, come a tutto il Milan del resto.
Sta peggio l'Inter: difesa colabrodo (8gol incassati negli ultimi 180 minuti), inopinati errori di Ranieri che schiera un centrocampo troppo lento (Cambiasso accanto a Palombo) di fronte alle furie scatenate di Luis Enrique, al quale non e' parso vero di aggredire i nerazzurri con il gioco che predilige.
La doppietta di Borini e il gol di Krkic non sono stati casuali: la Roma ha reagito subitopo dopo il tonfo di Cagliari, dimostrando di possedere un potenziale di crescita altissimo. Essendo una squadra profondamente rinnovata, ha bisogno di tempo per crescere. Ma la lezione di calcio impartita agli orfani di Sneijder e' di quelle che smuovono le montagne della diffidenza.
A proposito di Borini, che vive la domenica di gloria assieme a Giovinco, autore di una meravigliosa prodezza e a Di Natale capocannoniere unico: buone notizie per il calcio azzurro, sia per l'Under 21 di Ciro Ferrara sia per la Nazionale di Cesare Prandelli che il 29 febbraio, a Genova, per il test con gli Usa, si portera' l'uomo simbolo del Parma nonche' il capitano dell'Udinese, pronto a fare coppia con Balotelli. Il divertimento e' assicurato.