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  • Tutti i retroscena del caso De Ligt: la verità sul suo futuro al Bayern e le conseguenze per la Juve

    Tutti i retroscena del caso De Ligt: la verità sul suo futuro al Bayern e le conseguenze per la Juve

    • Andrea Distaso
    Tutti ne parlano bene ma alla fine non gioca mai. O quasi. Il caso Matthijs de Ligt è ufficialmente aperto in casa Bayern Monaco perché, in mezzo alle dichiarazioni di facciata, ce ne sono alcune che colgono nel segno e quelle del centrale olandese e quelle rilasciate oggi in conferenza stampa dall’allenatore Thomas Tuchel meritano particolare attenzione. “Quando giochi in quel ruolo, sei soggetto a meno cambi rispetto agli altri, non è come per i centrocampisti. Parliamo con tutti i giocatori ma non credo che sia necessario farlo con lui: Matthijs è in forma e merita di giocare al 100%, ma ovviamente non è soddisfatto del suo minutaggio”, ha dichiarato il tecnico. Che oggi punta con decisione sull’ex napoletano Kim, inseritosi da subito nel suo sistema di gioco, e sul rilancio di Upamecano, uno dei calciatori più negativi della passata annata.

    IL GRANDE EQUIVOCO - La stampa tedesca è ovviamente partita alla ricerca dei motivi per i quali De Ligt abbia collezionato appena 36 minuti nelle prime quattro giornate di Bundesliga e sia rimasto in panchina per tutta la durata del match d’esordio in Champions League contro il Manchester United. Venendo “relegato” in alcune occasioni addirittura alla posizione di mediano davanti alla difesa. Secondo i bene informati, il modo di disimpegnarsi da centrale dell’ex Juve non piace a Tuchel, che ne evidenzia i limiti sul piano dell’impostazione e la scelta frequente di affidarsi ai passaggi in orizzontale piuttosto che ai tocchi in verticale per saltare la prima pressione avversaria. Situazione nella quale Upamecano e Kim risulterebbero più efficaci. Una nuova sfida che il giocatore si è prefissato di vincere, ma che passa anche da un’assunzione di responsabilità che vada oltre gli sfoghi in pubblico - come quello dei giorni scorsi - che qualsiasi allenatore digerisce malvolentieri. Tanto più uno piuttosto rigido negli atteggiamenti come Tuchel: "Perché non mi fanno partire titolare? Guarda, non ne ho idea. Dovresti chiedere all’allenatore. Io sto facendo tutto ciò che dice, giocando anche a centrocampo, per soli dieci minuti. Non lo capisco, ma non mi deve spiegazioni”.

    IL PREZZO DEGLI ERRORI - Il problema di fondo di tutta la questione è che De Ligt è stato acquistato nell’estate 2022 per 67 milioni di euro (più 10 di bonus) e la sua conferma - dopo i primi mesi vissuti assieme nella stagione passata - dovrebbe essere stata teoricamente avallata dall’allenatore bavarese, che sul tema delle strategie di mercato è sempre stato molto sensibile, come rammenta la burrascosa conclusione della sua avventura al Chelsea. Possibile che il club campione di Germania abbia sostenuto un investimento così importante pur conoscendo le riserve - legittime - del suo allenatore in merito alle caratteristiche? E’ possibile se si analizzano maggiormente in profondità le ragioni che hanno animato molte delle scelte più importanti compiute dai vertici dirigenziali negli ultimi anni: da quelle dei calciatori a quelle degli allenatori. Ben 8 quelli cambiati negli ultimi 10 anni. De Ligt ha firmato un contratto fino a giugno 2027 e percepisce un ingaggio di 16 milioni di euro netti: una scommessa imponente e rischiosa, da vincere a tutti i costi da parte di tutti per non vedersi appiccicata addosso l’etichetta di flop.
     

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