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Ibrahimovic al Milan, perché no
DA IBRA A IBRA - Chiunque arriverà avrà l'obbligo di far fare il salto di qualità a un attacco che non ha un interprete in grado di far la differenza dal 2011-2012, dall'ultimo Milan targato...Ibrahimovic. E anche per questo motivo che lo svedese, cinque anni dopo il suo addio per il Paris Saint-Germain, sia ancora un obiettivo, sia una possibilità concreta, come confermato da Mirabelli n una recente intervista a La Domenica Sportiva: "Ritorno al Milan? Nella vita non si sa mai...".
DUBBI - Ma Ibrahimovic di nuovo in rossonero è un valore aggiunto? Se si considerano i numeri sottoporta, l'aspetto tecnico e la leadership, Ibra è ancora in grado di lasciare il segno, anche se la carta d'identità recita 1981 come anno di nascita. Ci sono però altri fattori da considerare, che il Milan non può assolutamente sottovalutare. Prima di tutto l'aspetto fisico: anche se è sempre sembrato un uomo bionico, Ibra arriva da un brutto infortunio ai legamenti del ginocchio che, a 36 anni, deve essere valutato. Se recupererà, e i segnali vanno in quella direzione, difficilmente avrà voglia di restare fuori. Uno come lui non accetta la panchina (dove finirebbe mister 38 milioni André Silva), vuole giocare sempre e vuole sempre avere il pallone addosso. Un accentratore, con il quale non è sempre semplice avere a che fare, anche dentro lo spogliatoio. Last but not least l'investimento sarebbe molto oneroso: nonostante sia un parametro zero, Ibrahimovic pretende un ingaggio di almeno 8 milioni di euro, 16 lordi. Vale davvero la pena putare su di lui?
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