Turrini a CM: 'Vettel, posto sbagliato nel momento sbagliato: in Ferrari da 6, come Prost e Alonso. Ma ora Elkann...'
“Eh, gli direi: benvenuto nel club!”
Che club?
“Quello dei top driver che non ce l’hanno fatta a vincere il mondiale con la Rossa. Penso al compianto Alboreto, a Nigel Mansell, ad Alain Prost, a Fernando Alonso”.
Forse per tutti loro il fallimento a Maranello è una macchia sulla carriera.
“Ma vedi, bisogna mettere tutto in prospettiva, senza ignorare il contesto. Va bene il mito, è perfetta la leggenda, eppure trionfare con il Cavallino era e resta difficilissimo. Se in oltre 70 anni ci sono riusciti soltanto nove esseri umani, dico appena nove, insomma, vorrà pur dire qualcosa”.
Come valuti complessivamente l’esperienza italiana di Seb?
“Lasciami fare una premessa. Escludiamo dalla riflessione questo maledetto 2020. La SF1000 era una carriola, forse la Rossa più scarsa degli ultimi quarant’anni. Inoltre il tedesco l’ha cominciata già da separato in casa, sapendo di non avere un futuro a Maranello. Senz’altro la pandemia ha indotto Mattia Binotto ad accelerare le pratiche di divorzio, ma gareggiare partendo da queste realtà che ho descritto sarebbe stato durissimo per chiunque”.
Resta il fatto che anche nel 2020 Leclerc è andato molto più forte di Vettel. “E chi lo nega? Altra età, altre motivazioni. Aggiungo che Carletto ha evidenziato, in maniera brutale talvolta, i limiti dell’ultimo Vettel, soprattutto a livello psicologico. Però, insisto, il 2020 da solo non racconta tutta la storia”.
Rimane il flop sul fronte iridato.
"Hai ragione. Seb era venuto in Italia per imitare l’idolo della sua infanzia, Schumi. Gli riconosco di essere incappato nella Morte Nera. E lui non era il nostro Luke Skywalker “.
Tradotto?
“Nella storia della F1 non si era mai visto un dominio schiacciante come quello della Mercedes. Mai. Vettel era nel posto sbagliato al momento sbagliato. Credo che soltanto nel 2018 per un certo periodo Seb abbia avuto una Rossa vicina al rendimento della macchina di Hamilton. Lì il tedesco avrebbe dovuto metterci del suo”.
E invece...
“Invece si è perso. Penso all’errore in Germania, era leader del mondiale ed era in testa alla corsa, venne a piovere e lui fu l’unico a finire fuori pista. Autogol gravissimo! Io immagino che, alla lunga, Vettel abbia pagato un prezzo alla pressione. Sapeva anche di doversela vedere con uno come Hamilton, che al netto delle chiacchiere che abbiamo fatto su Russell dopo il Bahrain, beh, rimane il migliore della sua generazione. E Lewis aveva sotto il sedere la Morte Nera, cioè la Mercedes”.
Riassumendo: che voto dai in pagella a Seb?
“Una sufficienza piena, in fondo più di lui Gp in Rosso li hanno vinti solo Schumi e Lauda. Ma il bersaglio grosso non l’ha centrato. E l’addio è stato molto triste”.
A proposito di addii: se ne è andato anche l’ad Camilleri.
“Mi dispiace perché l’ho conosciuto e ti assicuro che, finanza e prodotto a parte, di corse ne capiva. Decenni di attività in Philip Morris gli hanno garantito competenza sull’argomento “.
Ma guarda che sotto la sua gestione in pista la Rossa ha fatto piangere.
“Hai ragione ma non dimenticare che la scomparsa improvvisa di Marchionne innescò un disastroso tutti contro tutti. Ci ha rimesso anche Vettel, per tornare ai discorsi di prima. In generale, penso che Camilleri avesse intuito le criticità del reparto corse. Rimpiangendo forse alcune scelte”.
A proposito di scelte: John Elkann chi metterà al suo posto?
“Non lo so. Certo dovrà essere un uomo di finanza, visto che in Borsa la Ferrari da sola vale più dell’intera Fiat Chrysler. Ma a me interessa la passione che il designato deve avere per i Gran Premi! Se no, da questo tunnel buio non si esce”.
Tu ti fidi delle intuizioni in merito di John Elkann ?
“Passiamo alla prossima domanda. Tenendo conto che ad Abu Dhabi, nella gara dominata dalla Red Bull di Verstappen, entrambe le Rosse sono state doppiate. E il 2021 sta dietro l’angolo...”
La tua Inter?
“Beh, fino al gol di Barella a Cagliari ti avrei detto che la Beneamata aveva saltato Natale e Carnevale per anticipare le gramaglie della Quaresima. Certo la delusione per la Champions resta enorme, ma per lo scudetto i nerazzurri possono lottare fino alla fine”.