Turrini a CM: 'Ferrari come Luna Rossa e Goggia, così si salva la stagione. Champions? Il provincialismo...'
“Passiamo alla prossima domanda. Io preferirei parlare del coraggio di Sofia Goggia, che ha vinto meritatamente la Coppa di discesa senza gareggiare ma era pronta a buttarsi giù con una gamba malandata! Sofia è una eccellenza italiana”.
Dai, lo è anche la Ferrari.
“Allora fammi dire che sarebbe bello avere una Rossa in strada in versione Luna Rossa sul mare”.
Guarda che ha perso anche la nostra barca, purtroppo.
“D’accordo, ma la Luna ci ha provato, contro quei fenomeni dei neozelandesi. Tieni presente che io nulla capisco pure di vela, come tanti. Eppure la sfida italiana alla Coppa America ha entusiasmato anche gli ignoranti in materia! Perché non è vero che vincere è l’unica cosa che conta. Perdere non è mai bello, ma Luna Rossa ci ha fatto sentire orgogliosi, ha testimoniato il valore della creatività italiana, dalla tecnologia modernissima alla cantieristica, passando per l’elemento umano incarnato da chi sulla barca ci saliva”.
E tu vorresti vedere una Ferrari così.
“Esatto. La Mercedes può anche come essere New Zealand, ma almeno cerchiamo di crearle problemi”.
Dici che quelli di Maranello non ci riusciranno?
“Dico, per arrivare a risponderti, che dai test in Bahrain abbiamo compreso che non c’è trippa per i gatti, che poi sarebbero Leclerc e Sainz. Non lotteranno per la Coppa America, pardon, per il mondiale. Del resto, c’era da immaginarselo”.
In che senso?
“Beh, negli ultimi tre Gran Premi della scorsa stagione la Ferrari ha racimolato appena un punto. Un punto in tre gare, cioè un decimo posto. Calcola che le regole tecniche non sono praticamente cambiate, dunque è inutile aspettare miracoli. Ma tra tutto e niente ci deve essere una via di mezzo”.
Un principio di risalita.
“Preferisco parlare di un segnale di vita, del principio di una inversione di tendenza. Vedi, sebbene sia tecnologia iper sofisticata, anche la Formula Uno è psicologia. Soprattutto in una azienda come la Ferrari, così esposta alla pressione mediatica. Alla gente di Maranello serve capire che il lavoro in fabbrica sta pagando. Se non puoi battere la Mercedes e nemmeno la Red Bull, cerca però di arrivare terzo tra i costruttori. Se no continuare ad immaginare che nel mitico 2022 farai saltare il banco con una super macchina, ecco, diventa un inutile esercizio di fantasia”.
Ti aspetti che Mattia Binotto possa durare, in groppa al Cavallino?
“Dipende, paradossalmente, da come la Ferrari perde in questo 2021. In presenza di un flop plateale, penso che la sorte di Binotto sarebbe segnata”.
Chi vedresti al suo posto?
“Sarri, visto che è ancora sotto contratto con gli Agnelli Elkann. A parte gli scherzi, meglio augurarsi non si ponga il problema, dai”.
Intanto abbiamo un problema Champions: zero italiane ai quarti.
“Eh, non ce l’ha fatta nemmeno l’Atalanta. È una botta per il nostro calcio, ci siamo abituati a contemplare il nostro ombelico. Così torniamo al discorso di Luna Rossa. Bisogna avere il coraggio di pensare in grande, il provincialismo è una malattia, è un limite. Dico lo stesso coraggio che ha dimostrato Sofia Goggia. Pur di vincere la Coppa del Mondo di discesa, era pronta a buttarsi in pista a poche settimane dall’incidente che le ha negato il titolo iridato a Cortina. Poi il meteo le ha una dato una mano, l’ultima prova è stata annullata. Ma la sua è stata una testimonianza bellissima”.
Non ci resta che lo scudetto.
“Per me la corsa rimane apertissima. La Juve ha una partita da recuperare e c’è ancora lo scontro diretto con l’Inter...”
di Daniela Bertoni