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    Turnover e malcontenti: la terza sfida di Sarri per non far rimpiangere Allegri

    Turnover e malcontenti: la terza sfida di Sarri per non far rimpiangere Allegri

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Bentornato a Maurizio Sarri finalmente pronto al suo debutto in campionato sulla panchina della Juventus. Prima ancora di sapere se, e soprattutto quanto, vincerà più di Allegri, il neotecnico bianconero ha già stabilito un record nella storia della società: è lui infatti, con i suoi 60 anni e 8 mesi, l’allenatore più anziano, o meno giovane, alla guida della Juventus. Passata la polmonite, Sarri debutterà proprio a Firenze, dove perse lo scudetto del 2008 quando dirigeva il Napoli.

    Sabato sarà un’altra storia, perché non si decide nulla, ma si incomincerà a capire molto. Contro la Fiorentina, ancora a zero, la Juventus si presenta a quota 6 per superare la prima prova del nove per i punti in classifica e soprattutto per volare verso lo suo scudetto consecutivo numero nove. Dopo i tre con Conte e i cinque con Allegri, aggiungere il primo scudetto di Sarri sarebbe il minimo e pazienza se davvero sarà un campionato più equilibrato. Anzi, se davvero fosse così, sarebbe ancora più bello per Sarri e i tifosi bianconeri festeggiare un altro traguardo tricolore, davanti ai rivali ex bianconeri Ancelotti e soprattutto Conte.

    Tutti sanno, però, che Agnelli ha voluto cambiare l’allenatore per vedere una Juventus più spettacolare che sappia giocare bene come il Napoli di Sarri, continuando a vincere come la Juventus di Conte e Allegri. Obiettivo bel gioco, quindi, attraverso il quale vincere finalmente quella Champions che sfugge dal 1996, roba dell’altro secolo appunto. Questa è la “mission” affidata a Sarri.

    Al di là di quello che sanno e chiedono tutti, c’è però un’altra sfida, paradossalmente più difficile, che attende Sarri ed è quella della gestione dell’organico in generale e del turnover in particolare. Mai come quest’anno, infatti, la Juventus si ritrova con un organico extralarge, perché Paratici non è riuscito a sfoltire i ranghi. Non a caso, prima ancora di fermarsi per la polmonite, Sarri parlando dei cosiddetti “esuberi” aveva definito “imbarazzante” la situazione, perché non è facile escludere non uno ma più di un campione.

    I nodi sono venuti in fretta al pettine, perché al momento di presentare la lista dei giocatori che parteciperanno alla prima fase della Champions è stato escluso Emre Can, che non l’ha presa affatto bene. Prima di un tentativo di rimediare al suo sfogo, il centrocampista ha detto chiaramente che se avesse immaginato una esclusione simile non avrebbe accettato di rimanere alla Juventus. Emre Can, così, sarà regolarmente a disposizione per il campionato, ma con quale spirito giocherà e vivrà lo spogliatoio e allargando il discorso, con quale spirito accetterà la panchina Dybala, che fino allo scorso anno era l’indiscusso padrone della prestigiosa maglia numero 10? E come se non addirittura più di Dybala, rischiano di rimanere ai margini Bernardeschi, Cuadrado e soprattutto Mandzukic, un altro fuori dalla lista Champions, per citare soltanto i nomi più importanti.

    Non osiamo immaginare che cosa potrebbe accadere se mancasse qualche risultato. E’ vero che il problema ci sarebbe stato anche con Allegri, perché non è stato Sarri a creare e a volere questa situazione, ma con una grande differenza tra i due. Allegri, infatti, ha dimostrato di essere un perfetto gestore dello spogliatoio, abilissimo nel turnover. Sarri, invece, al suo primo anno con una squadra piena di campioni e magari anche di doppioni, dovrà dimostrare di sapere utilizzare e coinvolgere tutti meglio di quanto avesse fatto a Napoli, proprio perché oggi la gestione dei campioni è importante quanto una lezione di tattica.

    La Juventus non può puntare soltanto sul campionato, come faceva il Napoli di Sarri e non può accontentarsi di puntare soltanto a una coppa come fece il suo ultimo Chelsea. Il turnover, a cominciare dal primo incrocio tra campionato (sabato a Firenze) e Champions League (mercoledì a Madrid contro l’Atletico) è un’arma fondamentale per correre su tutti i fronti ed evitare pericolosi mugugni nello spogliatoio. Ecco perché Sarri dovrà affrontare e vincere anche questa terza sfida. Per dimostrare di essere l’allenatore giusto al posto giusto. Altrimenti chi contestava Allegri sarà costretto a rimpiangerlo.

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