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Tudor e due addii burrascosi: cosa è successo e cosa non è andato con Lazio e Marsiglia
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MARSIGLIA - "Ciò che ha sofferto Igor non lo augurerei al mio peggior nemico" aveva dichiarato il patron della società francese Pablo Longoria, spiegando che "si è ritrovato in un club dove tutti erano contro di lui, dentro e fuori. Molte persone si sono organizzate per aumentare la tensione contro di lui. La gente chiedeva il ritorno di Jorge Sampaoli, altri chiedevano di dare potere ai giocatori. Ci sono state richieste ai gruppi di tifosi per cacciare l'allenatore. Quando sono tornato al Marsiglia, sentivo che il pre-campionato era come la 37esima giornata di campionato, ci si doveva giocare la vita. Non è normale".
LAZIO - Alla Lazio è rimasto appena 79 giorni finendo per rassegnare le dimissioni esattamente come il suo predecessore. In casa biancoceleste, Tudor aveva rotto completamente con il passato di Sarri, tanto che avrebbe voluto cambiare dieci giocatori: molti di questi erano stati acquistati in estate (Matteo Guendouzi, Nicolò Rovella e Gustav Isaksen), inoltre non aveva digerito il trattamento riservato in sede di rinnovo a Daichi Kamada, che con lui era diventato centrale e avrebbe dovuto esserlo anche nella stagione successiva. Qualcosa, insomma, si era rovinato in corsa. Anche perché a marzo il tecnico aveva promosso gran parte della squadra, considerandola adatta alle sue idee, mentre a maggio era di altro avviso. E questo ha spiazzato la società, fino all'addio. Ora Tudor è di nuovo libero, in attesa di rispondere ufficialmente alla chiamata di quella Juventus che non ha mai dimenticato.
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Non è stato in grado di gestire la next gen in serie C che si è risollevata in classifica grazi...