Trivela e tunnel: David Luiz e Guardiola umiliati da Suarez e Quaresma
Ieri sera sono andati in scena gli ultimi due quarti di Champions League: Paris Saint Germain-Barcellona e Porto-Bayern Monaco. Vittorie nette quelle degli spagnoli e dei portoghesi che, con un doppio 3-1, hanno messo già un piede in semifinale. Due partite che hanno regalato giocate spettacolari, grandi sorprese, forti emozioni e protagonisti, in positivo e non, inattesi.
FUORI DAL TUNNEL? - "Sono fuori dal tunnel, del divertimento" cantava Caparezza, rapper italiano, nel 2003. Chi è entrato, invece, nel tunnel dell'umiliazione è David Luiz. Il difensore più pagato della storia del calcio, 60 i milioni di euro versati dal club parigino nelle casse del Chelsea, che questa partita, per via di un infortunio, non doveva neanche giocarla, è uscito distrutto dal confronto con Luis Suarez. Il Pistolero del Barcellona, che dal tunnel della squalifica e delle critiche ci è uscito con il pallone al piede, ha sbeffegiato con due tunnel il brasiliano, involandosi verso la sua doppietta personale e decisiva. Eppure, nella stagione 2012-13, David Luiz era stato avvisato: in un Chelsea-Liverpool Suarez fece una giocata simile proprio ai danni del brasiliano, che vestiva la maglia dei Blues. Un messaggio che non è stato recepito e, ora, Parigi si lecca le ferite procurate dal Cannibale uruguaiano.
TRIVELA - Nell'altro quarto un risultato inatteso con un protagonista a sorpresa. Ricardo Quaresma, pupillo di Mourinho all'Inter, in Italia non ha lasciato sicuramente un bel ricordo. Al Porto, casa sua, sta vivendo una seconda giovinezza. Dopo un lungo girovagare tra Italia, Inghilterra, Turchia ed Emirati Arabi, a 31 anni si è regalato la gioia di segnare una doppietta al Bayern Monaco di Pep Guardiola, club favorito per la vittoria finale della Champions League. Un 3-1 casalingo in cui si è rivista anche la famosa Trivela, in una versione più soft e decisiva: un tocco morbido per battere Neur e scaraventare dolcemente la palla in rete. Un gesto naturale, non forzato come ai tempi nerazzurri. E anche questo, forse, dimostra che qualcosa è cambiato nella testa del talento di Lisbona.
AT