Trezeguet:| 'Juve mi manchi, Conte come Mourinho'
L'ex attaccante bianconero.
Trezeguet: "Juve, ora sì mi manchi!".
"Squadra da Champions, che nostalgia dopo la partita col Chelsea".
"Conte è un vincente, come Mourinho. Anche con lui avrei segnato molto".
"Il mio erede? Puntavo su Matri, però non so che fine abbia fatto...".
Lo scudetto ha alleggerito il peso dell'era precalciopoli e attenuato la nostalgia per molti campioni del passato. David Trezeguet resta un caso a sé. Dalla separazione bianconera sono trascorsi due anni, ma ancora oggi non c'è domenica in cui non venga ricordato. Non passa mercato in cui la speranza non sia quella di trovare un suo erede. Meglio se un clone vero e proprio, visto che il franco-argentino nella storia della Juventus è entrato a suon di gol e titoli: 171 reti, miglior marcatore straniero del club di tutti i tempi.
Lei ci mette del suo per farsi rimpiangere, non ha certo perso il vizio del gol e i filmati delle sue reti col River Plate sono cliccatissimi su youtube.
«E' bellissimo percepire questo affetto, del resto la Juventus rappresenta una parte importante della mia vita. Dieci anni indimenticabili».
La sua previsione si è avverata: a maggio lo scudetto è tornato a Torino. Ora ci aspettiamo un pronostico sul cammino in Champions League.
«Contro il Chelsea la Juve mi ha davvero impressionato. Squadra unita e compatta, manovra organizzata, spirito incredibile: hanno continuato a giocare con tranquillità anche dopo il secondo gol subito. Ero sicuro che alla fine sarebbero riusciti a risollevare l'incontro».
Secondo lei può arrivare in fondo?
«Ho visto una squadra importante e serena: sì, se continua così può arrivare alla fine. Buffon è ancora il portiere più forte, Pirlo e Vucinic sono due fuoriclasse: la spina dorsale è di primo livello. Inoltre Marchisio non mi sorprende, abbiamo giocato insieme: nell'ultimo anno è cresciuto molto. E Vidal quanto è forte? Corre, recupera palloni e vede la porta: sarebbe stato bene anche in una delle nostre Juve vincenti».
Sembra quasi che la serata di Stamford Bridge le abbia procurato un pizzico di nostalgia. «Un pizzico? No, molta nostalgia...».
Il sentimento è ricambiato dai tifosi, che aspettano di trovare un suo erede.
«Io avevo molta fiducia in Matri, che era partito benissimo. Adesso sinceramente non so nemmeno che fine abbia fatto, in campo non lo vedo più... In effetti un attaccante con le mie caratteristiche in questo momento in squadra non c'è: però bisogna vedere le esigenze di Conte, che tipo di punte desidera. Il gioco della mia Juve era diverso, non c'è dubbio. Ma sono convinto che mi sarei adattato e avrei segnato anche in quella attuale. Il motivo è semplice: se un allenatore ti fa sentire importante, e Conte so che è così, alla fine per forza di cose ti adatti alle sue esigenze».
Per Conte è una stagione particolare: squalificato e lontano dalla panchina.
«Mi spiace che il calcio italiano sia alle prese con un altro scandalo, non è bello il messaggio che giunge all'estero. Con Antonio ho condiviso lo spogliatoio: lo conosco bene e lo rispetto. Difficile quantificare quanto perda la squadra senza Antonio, ma è quadrata e aggressiva: ho l'impressione la sua voce arrivi comunque».
Lei nei tempi bui dell'era Del Neri invocava Mourinho. Ora Conte viene definito lo Special One italiano...
«Accostamento giusto: penso che Antonio possa raggiungere i successi di Mourinho. Sono due vincenti».
Il pareggio contro la Fiorentina ha innescato un allarme Pirlo.
«Confesso che martedì la partita non l'ho vista, ma per me Andrea resta uno dei più forti in assoluto».
Qualcuno sostiene che a 33 anni non può giocare ogni tre giorni. E' d'accordo?
«E' una cosa che può sapere solo Andrea. Di sicuro a questa età, alla nostra età, è fondamentale il desiderio di voler giocare sempre. Sentirsi al centro di tutto è determinante per i campioni».
Boban gli ha consigliato di sacrificare la Nazionale.
«Quello è solo il parere di Boban. E Andrea che deve decidere come comportarsi».
Allo Stadium arriva la Roma. Di Zeman.
«Io Zeman non l'ho conosciuto e non sono informato sulle ultime polemiche. L'unica cosa che mi interessa è che la Juve vinca, sarebbe un altro passo in avanti».
Stupito dal divorzio freddino tra la Juventus e Del Piero?
«Alex aveva in mente altri progetti e nei suoi confronti il rispetto doveva essere maggiore. Detto questo, funziona così: i campioni, anche i migliori, passano, ma il bello è che la Juve resta sempre grande. Non sono riuscito a sentire Del Piero per fargli l'in bocca al lupo, ma gli auguro tutto il bene del mondo. Per me è stato più che un compagno, è stato il partner d'attacco più importante con cui ho giocato. Sono certo che vivrà un'esperienza fantastica».
E Trezeguet è sempre soddisfatto di aver scelto il River?
«Mai dubitato, l'esperienza è notevole: nei primi sei mesi siamo passati dalla B alla A. Adesso siamo in difficoltà, ma anche se sei il River il salto di categoria comporta delle insidie. Ci dobbiamo assestare. Io, personalmente, non ho iniziato male, però mi conoscete: per rendere al massimo ho bisogno dell'aiuto di tutta la squadra. Come ripeto ai miei compagni, la Juve deve essere il nostro modello: è andata in B una stagione, o meglio siamo andati in B. E poi, dopo qualche anno, eccola ancora che vince e domina».
In Sudamerica ha intravisto un potenziale Trezegol?
«L'unico Trezeguet è quello del River Plate...».