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Tre indizi fanno una prova: lo Spezia smaschera due punti deboli del Milan
INTENSITA' - Il primo è di natura fisica e si lega anche, ma non solo, alla stanchezza accumulata dalla squadra di Pioli: il Milan fatica sistematicamente a reggere l'urto quando viene sovrastato per intensità dall'avversario. La continuità nella pressione era stata una delle chiavi dei successi dei rossoneri nel post lockdown e nella prima fase della stagione, ma allo stesso modo quando hanno trovato una squadra sovrastante da quel punto di vista, difficilmente hanno trovato soluzioni per compensare: è capitato contro in Europa League nell'andata contro il Lille, è successo in casa del Genoa, è accaduto soprattutto nella disfatta interna con l'Atalanta e nell'ultimo turno di campionato. Contro lo Spezia è emersa ancor più evidentemente la difficoltà nel gestire i ritmi alti imposti in fase di possesso e soprattutto non possesso dall'avversario, complice anche una condizione atletica non più ottimale per la squadra milanese, condizionata anche da un richiamo di preparazione svolto in vista della seconda parte di stagione che ha lasciato le gambe 'pesanti'.
SENZA ALTERNATIVE - L'aspetto atletico però non è l'unico a preoccupare, ce n'è un altro di natura tattica ben più allarmante: il Milan fatica a sviluppare un piano B se viene 'ingabbiata' la spina dorsale della squadra. Il Verona di Juric aveva bloccato le iniziative rossonere a San Siro per buona parte dell'incontro sfruttando proprio questo sistema: Barak e Ilic a pressare Bennacer, Dawidowicz a uomo su Calhanoglu, Magnani a contendere i palloni alti a Ibrahimovic lasciando ai compagni la lotta sulle seconde palle. Italiano ha ripreso questo filo e lo ha perfezionato, sfruttando anche le condizioni fisiche non eccellenti di Bennacer e Calhanoglu (entrambi al rientro dal 1'): baricentro medio altissimo (52.66 metri), che ha costretto di contro la squadra di Pioli a tenere il proprio baricentro medio più basso in stagione. Il Milan ha cercato di ovviare al problema cercando Ibrahimovic con ben 26 lanci lunghi, ma lo svedese è stato stritolato tra Erlic e Ismajli ed è rimasto troppo isolato, lasciando le seconde palle alla difesa spezina senza grandi fatiche. Ai rossoneri è mancata una soluzione di gioco alternativa che poteva essere cercata allargando il gioco sugli esterni, ma proprio le corsie sono un tallone d'Achille per il Diavolo in questo 2021: Saelemaekers (ultimo gol a dicembre contro il Sassuolo, ultimo assist a novembre contro la Fiorentina) e Castillejo (ultimo gol a inizio dicembre contro la Sampdoria) non performano, Hauge ha poco spazio, Leao ha prodotto gli ultimi risultati (gol a Benevento e Torino, assist contro Juventus e Crotone) quando schierato al centro, Dalot ha fornito la peggior prestazione dal suo arrivo a Milano e anche Theo Hernandez è stato arginato senza fatica dalla fascia destra ligure. A Milanello suona più di un campanello d'allarme, perché se il richiamo di preparazione può migliorare l'aspetto atletico, la partita di La Spezia ha mostrato come ingabbiare alla perfezione la spina dorsale e le principali fonti di gioco dei rossoneri. In questa settimana il Milan si gioca tutto, Pioli è al lavoro per trovare un piano B.
@Albri_Fede90