Tramontana: 'La svolta 'zemaniana' di Inzaghi non va, altro passo indietro. Inter, devi ritrovare equilibrio e anima'
La squadra campione d’Italia che nel 2021 ha “ammazzato” il campionato adesso fa più fatica a capire se stessa. La sconfitta contro la Lazio, pur con tutte le sue giustificazioni, non è stata per me un fulmine a ciel sereno. L’Inter aveva già rischiato di uscire sconfitta dalle trasferte di Firenze e Reggio Emilia e nella partita casalinga contro l’Atalanta. Handanovic contro la Fiorentina ha più volte salvato il risultato consentendo alla sua squadra di concludere i primi 45 minuti sotto solo di una rete, discorso analogo va fatto sulla partita vinta in rimonta contro il Sassuolo. La squadra di Inzaghi ha “rischiato” di perdere anche contro l’Atalanta, venti tiri subiti e due gol presi oltre alla mala gestione della squadra sull’episodio del gol poi annullato a Muriel che avrebbe sancito la sconfitta interista.
Situazioni che forse, a questo punto, non erano un caso purtroppo ma in realtà veri campanelli d’allarme che suonavano forte e che forse noi non abbiamo voluto sentire. Dopo 8 giornate di campionato l’Inter ha subito già 11 gol: non è solo questo dato a preoccupare ma la tendenza sempre più evidente che la squadra di Inzaghi ha nel lasciare spazi alle avversarie per farle male. L’anno scorso Conte, nello stesso periodo, ha affrontato una situazione molto simile a quella che Inzaghi sta attraversando adesso. L’allenatore campione d’Italia era partito con un’idea di squadra molto offensiva con un pressing costante a tutto campo, purtroppo per lui e per la sua squadra questa fu una scelta infelice che fece perdere terreno in campionato e che probabilmente costò caro anche nel girone di Champions. Conte, da uomo saggio e da grande allenatore, capì e tornò sui suoi passi restituendo alla sua squadra un’identità più conservatrice e, alla fine, vincente. Il risultato di questo “ripensamento” fu che l’Inter cominciò a non prendere più gol senza dover rinunciare alla sua efficacia offensiva.
Inzaghi, secondo me, dovrà ripercorrere le orme del suo predecessore e restituire alla squadra un equilibrio tattico che in troppi frangenti della partita si va a perdere. Ad oggi Inzaghi sembra aver deciso di voler costruire un’Inter ultraoffensiva che costringa sempre gli avversari a difendersi esercitando su di loro una pressione costante con lo scopo di sfiancarli mentalmente e fisicamente. L’Idea è bella ma sembra di difficile realizzazione se si considerano le caratteristiche degli elementi a sua disposizione.
Se dobbiamo prendere queste prime 8 partite come “campione”, la squadra di Inzaghi non si sta evolvendo ma sta facendo dei piccoli passi indietro. Se l’equilibrio di squadra viene a mancare, o qualche singolo in attacco o in difesa sbaglia qualcosa di troppo di ritrovi sotto 2-1 in una partita che stavi dominando. Purtroppo la cosa per l’Inter si sta ripetendo mentre le prime due non perdono un colpo. Sette punti da un Napoli che non conosce risultato che non sia la vittoria e cinque punti dal Milan mai domo, sono il sinonimo della possibilità zero di sbagliare ancora già a partire dal delicatissimo match contro la Juve.
Altra cosa da considerare è che, pur considerando le partenze eccellenti di questa estate, l’anno scorso l’Inter aveva un’anima forte e definita, non si specchiava in se stessa, la sua costante era la concentrazione incrollabile. Oggi tutto questo sembra un po’ perso e sostituito da una filosofia zemaniana che poco si sposa con l’Inter vincente dell’ultimo anno. Sicuramente sbaglierò ma, ad oggi, sono un pochino preoccupato. L’Inter deve riguadagnare il suo equilibrio tattico in campo ma anche la sua forte anima trascinante. Non si deve perdere quello che con fatica abbiamo guadagnato negli ultimi due anni, con calma e determinazione andiamocelo a riprendere.