Tramontana: 'Lautaro, sveglia: per lo scudetto servono i tuoi gol!'
L’Inter sta uscendo adesso da due mesi assurdi con un tour de force che, tra gennaio e febbraio, ha visto la squadra di Inzaghi giocare ogni tre giorni partite importantissime contro avversari duri da affrontare e con nomi di grido. E’ successo a pochi di sfidare nel giro di soli 40 giorni squadre come Lazio, Atalanta, Juventus (120 minuti di partita che valeva un trofeo), Milan, Roma e Napoli con il Liverpool alle porte e le sole parentesi Venezia e Empoli (altri 120 minuti da piazzare sulle gambe).
Ci si chiede perché ora i campioni d’Italia in carica non siano brillanti come a fine 2021 ma la risposta c’è ed è evidente: gli impegni dei primi due mesi dell’anno, così suddivisi avrebbero piegato chiunque. La squadra di Inzaghi ha tenuto botta, ha perso con il Milan è vero ma ha vinto tanto e ha sollevato un trofeo davanti al suo pubblico contro la squadra rivale numero uno.
Inzaghi non può però permettersi, nonostante tutto, di tirare il fiato. Mercoledì si torna in Europa e si sfida il Liverpool, altra giro altro regalo, “venghino signori venghino!”. Non c’è tempo di riordinare le idee dopo il sorpasso subito dal Milan in campionato e dopo il punto ottenuto nei due scontri scudetto tra derby e sfida del Maradona. C’è da essere orgogliosi di una squadra che, dopo aver recuperato 7 lunghezze da Napoli e Milan con una striscia di vittorie importante, ha comunque retto alla prevedibile fatica senza arrendersi ad essa e cercando in ogni caso di fare il suo gioco.
Non è il calcio brillante di fine 2021 e non poteva essere altrimenti perché per reggere quei ritmi servono testa e gambe al 100% e ,attualmente, l’Inter non può arrivare a tanto. Quello che i nerazzurri stanno mettendo in campo è l’orgoglio di una grande squadra che regge l’urto e porta avanti la barca nella tempesta attraverso onde sempre più alte.
In situazioni come queste per risolvere le partite a volte serve il colpo del campione. In questi ultimi due mesi ci hanno pensato spesso Dzeko e Sanchez, con gol all’ultimo respiro e con giocate da fuoriclasse. I terminali offensivi servono a questo, a sbucare dal nulla quando la squadra ha bisogno di te (“ehi amigo i campioni fanno così…”).
All’appello in questo momento manca Lautaro. El Toro è senza dubbio una pedina fondamentale nello scacchiere di Inzaghi, un campione che anche con la sua nazionale non manca mai all’appello quando il momento conta davvero ma, in questo inizio di 2022, ha decisamente le polveri bagnate. Lautaro ha viaggiato tanto e ha giocato di più e forse la pressione di dover sempre essere decisivo unita alla fatica dei minutaggi sempre molto elevato ha contribuito a stancarlo più del dovuto. Un solo gol da inizio gennaio arrivato su rigore nella sfida di Supercoppa contro la Juve. Troppo poco per l’attaccante simbolo dei campioni d’Italia che, dopo l’addio di Lukaku, è diventato gioco forza il giocatore da cui i tifosi si aspettano di più.
Dopo lo scontro con il Liverpool per l’Inter si aprirà il rush finale scudetto con Milan e Napoli e la vena di Lautaro servirà più che mai. El Toro deve tornare a riprendersi l’Inter perché senza i suoi gol la corsa al tricolore potrebbe diventare molto difficile.