Trajkovski a CM: 'Attenta Italia, vogliamo i Mondiali. Che spettacolo tornare a Palermo'
Che accoglienza si aspetta?
"Penso di aver lasciato bei ricordi alla città, in Sicilia ho tanti amici. La gente farà il tifo per l’Italia, è ovvio, ma sarà emozionante rivedere un Barbera in festa per il calcio".
Cosa ricorda della ‘sua’ Sicilia?
"È stata l’esperienza migliore della mia carriera, nessuna città si può paragonare a Palermo. In quegli anni abitavo a Mondello. Sole, mare, lunghe passeggiate in spiaggia e pranzi a base di pesce. E poi i cannoli, che spettacolo".
E in campo?
"Un’altalena di emozioni, positive e negative. La stagione 2015-16, con la salvezza in rimonta conquistata all’ultima giornata contro l’Hellas, resta irripetibile. Un’annata con nove cambi in panchina, in cui tutti ci davano per spacciati, ma chiusa con un miracolo grazie al supporto dei nostri tifosi. È triste ripensare al fallimento del 2019, Palermo non meritava quella fine".
È arrivato sull’isola nel 2015, grazie al presidente Zamparini.
"La sua scomparsa è stata un duro colpo. Maurizio è il presidente a cui sono più legato, senza dubbio. Per me e per la mia famiglia c’è sempre stato, se ho avuto la fortuna di giocare a certi livelli è merito suo".
Adesso i playoff. Dove vuole arrivare la sua Macedonia del Nord?
"Per noi, essere qui è già qualcosa di unico. Però, visto che ci siamo, perché non provarci? Gli Azzurri sono campioni d’Europa, ma abbiamo le qualità giuste per metterli in difficoltà con la nostra compattezza e lottando sempre fino all’ultimo pallone. È così che siamo riusciti ad andare agli Europei. Giochiamo a casa loro, ma in una partita secca tutto può succedere".
Tra gli Azzurri c’è qualche sua vecchia conoscenza.
"Emerson, Belotti, Cristante. Sono grandi giocatori e ogni tanto ci sentiamo, anche se dopo il sorteggio non ci siamo detti nulla. Sarà bello incontrarci di nuovo a Palermo, dove ci siamo conosciuti e sono iniziate le nostre carriere".
Cosa temete di più dell’Italia?
"Oltre a singoli formidabili come Verratti e Jorginho, contro cui non è mai facile giocare, la vera forza della squadra di Mancini è la capacità di far gruppo in momenti delicati. E non dobbiamo sottovalutare il tifo, la gente darà una carica incredibile alla squadra".
Le piacerebbe tornare a giocare in Italia?
"Il mio obiettivo oggi è quello di far bene qui in Arabia, insieme ai miei compagni. Quello dell’Al-Fayha è un bel progetto e sono felice di farne parte. Ma un giorno chissà, magari il Palermo tra due anni tornerà in Serie A...".