Totti e la Roma: 24 anni insieme. Dal cucchiaio al selfie, i 5 momenti chiave
MO JE FACCIO ER CUCCHIAIO - Totti e il cucchiaio, il cucchiaio e Totti. E' la prima cosa che viene in mente quando si pensa al numero 10 giallorosso, due parole che ormai sono quasi sinonimi. Tutti noi, infatti, almeno una volta nella vita abbiamo provato a fare un cucchiaio, e magari ci siamo immaginati proprio come lui, quando nella semifinale dell'Europeo del 2000 superò Edwin van der Sar con questo colpo spavaldo, arrogante ma così bello. "A Francé, io c'ho na paura", "Eh, a chi lo dici, ma hai visto quant'è grosso quello", "Ah, così m'incoraggi?", "Nun te preoccupà, mo je faccio er cucchiaio": così aveva risposto alla paura di Di Biagio, così ha inaugurato un mito, incrementato e portato avanti poi negli anni successivi. Ed è curioso che proprio stasera si ripeta la sfida tra Olanda e Italia, sempre all'Amsterdam Arena, in una cornice decisamente diversa rispetto a quel 29 giugno, ma che in fondo riporta sempre lì.
11 METRI AL MONDIALE - Minuto 94, pallone fermo sul dischetto, sguardo glaciale, davanti a sè il Schwarzer e subito oltre l'accesso ai quarti di finale del Mondiale. Rincorsa e destro all'incrocio: Italia-Australia 1-0. E' probabilmente questo l'apice della carriera di Francesco Totti: un rigore che spinge avanti la Nazionale all'ultimo minuto di una partita difficile, e la lancia verso la vittoria della Coppa del Mondo nel 2006.
SCUDETTO ROMA - Quella del 2000-01 è una stagione che a Roma, sponda giallorossa naturalmente, difficilmente verrà dimenticata. Il terzo scudetto della storia della Roma, a vent'anni dal precedente, ha diversi volti: Fabio Capello, Gabriel Omar Batistuta e Vincenzo Montella, ma il più lucente è quello del numero 10, leader e trascinatore. E non è un caso che il gol che sbloccò la partita scudetto contro il Parma fu proprio il suo.
4-0 - Tra le cose da ricordare nella sua carriera, c'è anche la rivalità con la Juventus, celebrata nel 4-0 rifilato ai bianconeri l'8 febbraio 2004. Quattro gol in campo, ribaditi anche a Tudor con il gesto con le dita.
I DERBY - Il derby a Roma non è mai qualcosa di banale, nè per i tifosi, nè per i giocatori, specie per chi a Roma ci è cresciuto. Simbolo romano e romanista, per 11 volte a segno contro la Lazio, gol celebrati sempre con grande gioia e con idee decisamente particolari. Dalle magliette stile "Vi ho purgato ancora" al dito in bocca da cui nasce il soprannome Pupone, per arrivare alla telecamera con cui nel 2004 si è improvvisato cameraman riprendendo la sua Curva Sud in festa. Il colpo di genio, però, è quello dell'11 gennaio 2015: un selfie per seguire la moda del momento, per suggellare un gol bellissimo, quello che l'ha portato ad essere il miglior marcatore di tutti i tempi nei derby.