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    Torreira: 'La Sampdoria è la mia famiglia. Futuro? Più in là'

    Torreira: 'La Sampdoria è la mia famiglia. Futuro? Più in là'

    • Lorenzo Montaldo
    Ventun anni, piedi educati, cervello rapido e grinta da vendere: difficile in questo momento trovare in tutta la Serie A un centrocampista come Lucas Torreira, il cuore del gioco della Sampdoria e vero perno della struttura costruita con cura da Marco Giampaolo. Il numero 34 blucerchiato stupisce ogni giorno di più, e ovviamente sono tante le pretendenti al giovane regista. Adesso, i 25 milioni della clausola rescissoria sembrano persino pochi. Lo sa bene anche Ferrero, che vorrebbe raddoppiargliela. Un attestato di stima che non può lasciare indifferente Torreira: "Penso che sia una cosa molto importante, vuol dire che sto facendo benissimo il mio lavoro" ha detto lo stesso giocatore a Il Secolo XIX. "Però ho la fortuna di essere un ragazzo tranquillo; ho tanti amici,persone che mi sono intorno e mi consigliano. Per ora sono molto contento di essere qui in un gruppo così importante, quindi non è un mio pensiero cosa succederà tra mesi". Inutile però negare che con la Samp c'è un rapporto speciale: "Io sono lontano da casa e questa è diventata la mia famiglia. L'ho detto tante volte ed è la verità: arrivo al campo con un sorriso e quando torno a casa dopo l'allenamento ho ancora il sorriso. Questa è la cosa più importante. In più sto giocando, la squadra va benissimo, quindi mi godo il momento. Più in là parleremo del futuro".

    Per Torreira quindi non è un tabù parlare di quel traguardo che tutti sognano a Genova, l'Europa: "Gara dopo gara stiamo facendo molti punti, siamo in alto, tanti intorno a noi parlano dell'Europa, quindi un pensiero si fa. Sarebbe molto importante per i tifosi e per la squadra, ripagherebbe dei sacrifici che facciamo. Ora però è presto per parlarne, l'unica cosa è continuare così e poi si vedrà. Fare l'Europa con questa maglia? Non so (sorride, ndr), vediamo prima dove arriviamo e poi cosa succederà".

    Il suo modo di giocare è particolare, tutto 'garra', grinta, ma anche intelligenza tattica: "Cerco di perdere meno palle possibile e in ogni contrasto lascio la vita. Sono sempre stato così, magari da ragazzino giocavo più avanti e facevo contrasti con i difensori ma non cambiava, ho sempre dovuto lottare. Ti diverti di più quando hai la palla tra i piedi e puoi costruire gioco, quindi preferisco impostare. Poi certo è bello anche recuperare palla e far ripartire i tuoi. Come faccio a non montarmi la testa? Vengo da una famiglia tranquilla - spiega il numero 34 blucerchiato - molto semplice e unita. Ho amici e fratelli che mi sono sempre vicini e credo questa sia la cosa più importante. Per quello che vivo sarebbe la cosa più facile montarsi la testa ma io ho una testa diversa, quando faccio le cose anche bene voglio sempre migliorarmi".

    Il sogno è ovviamente il Mondiale, magari con il suo amico Ramirez: "Ne parliamo tanto, confermo, e abbiamo questo sogno comune" rivela Torreira. "Ci impegnamo per realizzarlo ma non dipende solo da noi. Lui è un grandissimo, ha pure segnato e crescerà ancora. In Uruguay iniziano a parlare di me, ne scrivono i giornali. Prima succedeva poco perchè non avendo mai giocato in prima squadra nè a Montevideo ero pochissimo conosciuto. Dopo i miei due gol ci hanno detto che i giornali mi hanno citato spesso. Spero che anche Tabarez prima o poi mi citi". 

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