Toromania: spacciati, ma con tanta voglia di vincere
Nell’era Cairo non è ancora successo di battere una di quelle che, convenzionalmente, chiamiamo ‘grandi’ del nostro campionato. Questa premessa potrebbe essere un incentivo per la speranza, in vista di Toro-Inter di domani sera, o un’ulteriore ‘mazzata’ psicologica su chi di positivo non riesce mai a vedere nulla. E’ evidente agli occhi di tutti che quella di domani sera sarà una sfida impari: quello che spende l’Inter, il Toro lo spende in cinque anni. Anche se proprio i nerazzurri hanno dimostrato, per anni, che spendere non significa vincere. E’ però un dato di fatto che le potenzialità economiche sono differenti e i valori in campo lo saranno altrettanto. Le imprese, però, sono ancora più gustose quando partono da questi presupposti: quando l’avversario più debole appare spacciato e alla fine ottiene un risultato positivo, l’ovazione è doppia. E il Toro, purtroppo, parte da qui: è sicuramente una squadra dal tasso tecnico inferiore a quello dell’Inter e, per di più, gli infortuni gli hanno decimato la difesa e in qualche modo anche il centrocampo. Vincere contro l’Inter sarebbe la notizia dell’anno, ma solo perché il Toro è a pezzi, non perché sia impossibile battere i nerazzurri. Con la spinta di un pubblico che sarà presente in grande numero e quel 110 percento di motivazione che ti deve accompagnare in queste gare, tutto potrà diventare possibile. Poi toccherà a fortuna ed arbitri fare il resto, sperando che le giacchette nere (ormai prevalentemente gialle) non pensino più a compensare e riparare, ma solamente ad arbitrare una gara come, in teoria, dovrebbero saper fare.