Toromania: Seck, la scommessa persa che non si sarebbe dovuta fare
Andrea Piva
“Non abbiamo riscattato Miranchuk perché crediamo in Seck”. Questa frase, invecchiata malissima, è stata pronunciata da Davide Vagnati solamente pochi mesi fa, lo scorso settembre, quando la sessione estiva di calciomercato era da poco terminata. Il dirigente granata ha voluto scommettere sul quel giovane attaccante che aveva conosciuto alla Spal e che due anni fa decise di portare alla corte di Ivan Juric: nonostante nella prima stagione avesse trovato poco spazio ha voluto dargli fiducia, ma la scommessa è stata persa, tanto che dopo alcune prestazioni negative e una lunga serie di panchine Seck è ora stato ceduto in prestito al Frosinone. Tornerà a fine campionato, si spera con qualche presenza in più sulle gambe (e magari anche qualche gol), quando Vagnati dovrà cercargli una nuova squadra. Questa volta magari per venderlo a titolo definitivo. Il problema non è tanto l’aver perso la scommessa, quanto l’averla fatta. Era apparso evidente anche nella scorsa stagione che Seck non fosse ancora pronto per un campionato da protagonista in Serie A, era evidente il divario tecnico con Miranchuk. Poi ci sono le ormai tristemente note vicende extracampo, diventate pubbliche in estate: sarebbero dovute bastare quelle per convincere Vagnati (e più in generale il Torino) a non puntare su Seck ma virare subito su altri obiettivi. Non per forza se Miranchuk, se non rientrava più nei piani.