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Toromania: questa squadra crea dipendenza
Il gioco tremendista di Mihajlovic, i gol di Belotti, i dribbling di Ljajic e Falque, le geometrie di Valdifiori, la grinta a tratti sorprendente di Baselli, la crescita di Benassi, le folate offensive di Barreca hanno fatto – e continuano a fare – tornare una voglia di Toro che ultimamente si era assopita. Questo Toro piace, diverte, crea dipendenza e a fa anche sognare. Il 5-1 al Cagliari segue quello rifilato al Bologna alla seconda giornata, il 4-1 al Palermo e il 3-1 alla Roma e il 2-1 alla Fiorentina: con questi risultati è impossibile per un tifoso non sperare che questa squadra non ripercorra i fasti degli anni '70 o dei primi anni '80 o '90.
Se il Toro avesse anche in trasferta lo stesso rendimento che ha tra le mura amiche oggi sarebbe in zona Champions. Mihajlovic deve lavorare proprio su questo punto, intanto anche il tecnico può però godersi questa squadra che al “Grande Torino” non è invincibile ma al momento è imbattibile. E pensare che quello che adesso è un fortino, lo scorso anno da quando è stato intitolato alla memoria di Mazzola e compagni, era sinonimo di vittoria per le avversarie. Per rivedere all'opera la squadra di Mihajlovic nello stadio amico bisognerà attendere ancora venti giorni, prima però c'è la trasferta a Crotone, sperando che questo Torino inizi a fare il Toro anche in trasferta.