Toromania:| Oltre ai gol, mancano le emozioni
Se c'è Toro, non c'è certezza. La partita più facile può diventare la più difficile e, laddove ti aspetti una sconfitta certa, arriva la sorpresa. Domenica contro il Palermo si è verificata prima delle due opzioni, con un Toro incapace di mettere ko un avversario moribondo e alla ricerca disperata di una salvezza ad oggi difficilissima. I granata dal canto loro la permanenza in Serie A l'hanno praticamente messa in tasca, non tanto per i 31 punti (32 sul campo) ottenuti, quanto invece per gli undici di distacco dal terzetto che chiude la classifica.
Ci sono tuttavia delle cose che ancora non funzionano in questo Toro e non riguardano tanto l'attacco poco prolifico e il gioco di Ventura che piace e non piace. C'è capire perché questo Toro non faccia innamorare la gente e non lo avvicini allo stadio. C'è da capire perché a questo Toro sembri mancare un'anima 'vera': l'identità non gli manca, ma il calcio è fatto anche di emozioni e sensazioni. Il Toro ne trasmette poche e a intermittenza, restituendo a buona parte dei tifosi la sensazione di poter fare qualcosa di più, ma senza avere la reale convinzione di poterlo fare per davvero.
'Al Toro manca sempre un centimetro per fare un metro', lo dicevamo - anche in questa rubrica - nelle settimane che seguivano il 5-1 rifilato all'Atalanta a Bergamo e il concetto resta valido anche oggi. I tifosi queste cose le sentono e le percepiscono: se il Toro non riesce a trasmettere emozioni, è difficile riavvicinare la gente, anche raggiungendo gli obiettivi e vincendo le partite. Il tifoso del Toro è 'atipico': vincere, per i granata, è importante ma non è l'unica cosa che conta. Emozionarsi e sentirsi orgogliosi di essere parte di una grande famiglia chiamata Toro, questo sì, è quel che conta davvero per il popolo granata