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    Toromania: non dateci rigori ma punizioni a due

    Toromania: non dateci rigori ma punizioni a due

    • Andrea Piva
    C'erano una volta le lamentele per i rigori non dati, le innumerevoli proteste, i rimpianti per una stagione che sarebbe potuto essere diversa se solo l'arbitro avesse visto il fallo di mano del difensore avversario o l'entrata sulle caviglie del proprio attaccante. C'era una volta anche l'esultanza dei tifosi, quando vedevano il direttore di gara portarsi il fischietto alla bocca e indicare con decisione il dischetto. C'era la sedia alzata al cielo di Mondonico per quello fallo non sanzionato in area di De Boer su Cravero nella maledetta finale di Coppa Uefa ad Amsterdam. C'era, ma non c'è più: ora in casa Torino un rigore assegnato a proprio favore non provoca più entusiasmo o gioia ma fa scaturire la stessa sofferenza di un tiro dagli undici metri concesso agli avversari.

    Il Torino può vantare il quarto miglior attacco del campionato, eppure dal dischetto è impreciso come non mai: cinque rigori su nove sbagliati, tre su quattro da Belotti (che nonostante ciò guida la classifica marcatori insieme a Higuain e Dzeko ed è in lizza per la Scarpa d'Oro). Numeri impressionanti che non possono che far pensare a dove potrebbe essere il Torino in classifica se contro il Milan, all'andata, il Gallo avesse segnato il penalty del possibile 3-3 al 94', se al ritorno sul 2-0 Ljajic non avesse sparato tra le mani di Donnarumma il pallone del possibile ko rossonero, se Falque non si fosse fatto ipnotizzare da Skorupski sull'1-1 a Empoli e se ieri la rimonta contro la Fiorentina fosse iniziata con qualche minuto di anticipo.

    Forse sarebbe meglio che gli arbitri, da domenica prossima contro il Palermo fino al termine del campionato, anziché punire con il rigore un eventuale intervento falloso nell'area avversaria, concedessero al Torino una punizione a due, esattamente come accade per i retropassaggi che vengono presi con le mani dal portiere. Per Belotti e compagni potrebbe anche risultare più semplice segnare non trovandosi a undici metri di distanza dalla porta avversaria. Nel peggiore dei casi la situazione comunque non cambierebbe. Oggi probabilmente neppure Mondonico, se fosse ancora alla guida della squadra granata, alzerebbe la sedia al cielo per un rigore non dato.

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