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    Toromania: macché big, Buongiorno va tenuto stretto

    Toromania: macché big, Buongiorno va tenuto stretto

    • Andrea Piva
    Inter, Juventus, Chelsea… di quanto è forte Alessandro Buongiorno e di quanto potrà diventare ancora più forte (il suo percorso di crescita non è ancora concluso e ha ancora ampi margini di miglioramento, c’è da scommetterci) se ne stanno accorgendo in tanti. E non solo in Italia. In un calcio sempre più devoto al dio denaro, sembra essere quasi inevitabile che prima o poi (forse non a gennaio ma magari a fine stagione) il Torino debba vendere a qualche cosiddetta big il miglior prodotto del proprio vivaio degli ultimi anni. 

    Ma chi lo ha deciso che debba essere per forza così? Buongiorno è già stato l’eccezione in estate, quando ha detto alla proposta dell’Atalanta (nonostante gli fosse stato offerto un contratto migliore dal punto di vista economica e la possibilità di partecipare alle coppe europee) e potrebbe esserlo anche in futuro. È la bandiera in un calcio in cui di bandiere ce ne sono poche e guai ad ammainarla. Proprio nei giorni in cui alcuni dei club più ricchi sono tornati a sognare un calcio solo per loro, lasciando le briciole agli altri, Buongiorno può diventare un simbolo proprio di un calcio diverso. 

    Ecco perché il Torino farebbe bene a tenerselo stretto. Il club di Cairo non ha bisogno dei soldi delle big per Buongiorno, tanto vale tenerselo stretto e provare a crescere guidati in difesa da un giocatore di Torino, tifoso del Toro e cresciuto nel Toro.

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