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    Toromania: Ljajic sarebbe servito. Eccome!

    Toromania: Ljajic sarebbe servito. Eccome!

    • Andrea Piva
    Iago Falque è rimasto, M'Baye Niang e Adem Ljajic sono andati via: sono questi i verdetti del 31 agosto del Torino, il giorno in cui in tutti i principali Paesi europei si è chiuso il calciomercato. Verdetti, però, che lasciano l'amaro in bocca: se la conferma dello spagnolo, di fatto avvenuta già una settimana fa, è certamente un aspetto positivo, se la partenza del senegalese non farà stracciare le vesti a nessun tifoso granata, la cessione del fantasista serbo è invece un boccone non facile da girare. Il motivo è semplice: Ljajic sa giocare a calcio come nessun altro al Torino (se non in parte Falque), è discontinuo, a volte svogliato, ma ha piedi educati e sa dare del tu al pallone. Per dirla in parole semplici, Ljajic è forte e al Torino un giocatori così forte avrebbe fatto comodo. 

    Con Walter Mazzarri il feeling non è mai stato idilliaco, lo si era capito già lo scorso inverno quando il tecnico toscano ha iniziato la propria avventura sulla panchina granata, quest'anno inoltre non sarebbe stato più il perno centrale del progetto Torino (come lo era invece con Sinisa Mihajlovic) e gli spazi in campo per lui sarebbe stati molti meno che in passato. Per questi motivi Ljajic ha preferito andare via, ascoltare i consigli del proprio entourage e trasferirsi in una squadra, il Besiktas, che gli può garantire un ruolo più importante. 

    Al Torino, però, un giocatore come Ljajic sarebbe servito. Eccome. Lo si è visto anche a San Siro una settimana fa: quando Mazzarri lo ha mandato in campo contro l'Inter, sul parziale di 2-1 per i nerazzurri, la squadra granata si è fatta ancora più pericolosa in avanti ed è anche riuscita a trovare il gol del 2-2. Non è un caso che lo stesso Ljajic abbia partecipato all'azione del pareggio. In questo Torino che spera, finalmente, di riuscire a raggiungere l'obiettivo qualificazione all'Europa League, anche se non dall'inizio, uno come il trequartista serbo avrebbe giocato spesso, sarebbe potuto essere  molto prezioso in partite difficile da sbloccare o da rimontare. Ora Mazzarri dovrà però essere bravo a fare a meno di quello che era il suo unico vero numero 10.

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