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    Toromania: la seconda squadra è una risorsa per la società. Cairo non fartela sfuggire

    Toromania: la seconda squadra è una risorsa per la società. Cairo non fartela sfuggire

    • Andrea Piva
    Adopo, Garbett, Rauti, Warming, N’Guessan: sono solo alcuni dei giovani calciatori del Torino, tra loro c’è chi è in Prima squadra ma sta trovando pochissimo spazio (Adopo e Garbett), chi è in prestito (Rauti e Warming), chi al momento è in Primavera (N’Guessan). Ciò che li accomuna è che sono tutti calciatori che potrebbe essere protagonisti in un’ipotetica squadra B nel campionato di serie C, semmai il Torino ne dovesse realizzare una. Cairo ha aperto a questa possibilità - “quattro anni fa le mo sconsigliato ma ci voglio ripensare” ha recentemente dichiarato” - e per il Torino sarebbe un’opportunità da sfruttare.  

    Le squadre B non sono e non saranno mai la panacea per i problemi del calcio italiano, non favoriranno neanche particolarmente la crescita di talenti per le nazionali. Chi è bravo e ha qualità per arrivare ad altissimi livelli trova spazio comunque, anche in serie A (da Donnarumma a Chiesa, passando per Singo e Barella, di esempi anche nel nostro campionato ce ne sono vari) ma è pur veri che ci sono anche giocatori che hanno bisogno di maggiore tempo per poter crescere e affermarsi e le società si ritrovano ora molto presto nella condizione di dover decidere sul loro futuro. 

    Le seconde squadre possono essere quindi una risorsa importante per i vari club, se sfruttate a dovere - sarebbe ad esempio utile che la squadra B adotti un gioco il più simile a possibile a quello della prima squadra, come avviene al Barcellona, in modo che i calciatori possa essere pronti il prima possibile al salto di categoria - e il Torino farebbe bene a non lasciarsi sfuggire questa opportunità nel caso in cui ci fosse. 

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