Toromania: la sconfitta di Mihajlovic e di Cairo
La squadra granata in campo non c'è mai stata: Burdisso e De Silvestri hanno lasciato praterie agli avversari, Valdifiori e Berenguer non si sono certi fatti rimpiangere. Non c'era il Torino ma, per fortuna, c'era Belotti. Il Gallo ha reso meno amaro il boccone di questa sconfitta segnando il gol della bandiera e facendo per lo meno vedere quello spirito contraddistinto lo scorso anno. Il Napoli è nettamente più forte del Torino, ma questa partita l'ha persa innanzitutto Mihajlovic: il tecnico granata ha spiegato che Baselli avrebbe dovuto fare un pressing asfissiante su Jorginho e Belotti su Koulibaly, in modo che il Napoli non potesse giocare in verticale. In realtà la squadra di Sarri senza alcun problema ha giocato in orizzontale e in verticale, ha fatto ciò che voleva e non per colpa del poco pressing di Baselli e Belotti. C'è modo e modo di perdere e se il Torino, nelle ultime tre partite è stato schiacciato dal punto di vista del gioco dal Napoli, è perché il primo ad essere sconfitto sul piano tattico è stato proprio Mihajlovic.
Ma quella di ieri è stata anche la sconfitta di Urbano Cairo. Il Napoli che negli ultimi anni lotta costantemente per lo scudetto e partecipa di continuo alle coppe europee (spesso la Champions League) era in serie C1 nel 2005, quando l'imprenditore alessandrino acquistò il Torino in serie B. Aurelio De Laurentiis è riuscito a realizzare quel progetto che i tifosi granata speravano che portasse a terminare anche Cairo. In campo ieri sera si sono scontrati un progetto riuscito e uno che da troppi anni sta faticando a crescere realmente: ha vinto e dominato il primo.