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    Toromania: la Quaglia-dipendenza può preoccupare

    Toromania: la Quaglia-dipendenza può preoccupare

    Le colonnine delle statistiche vedono, alla voce “Gol fatti” e alla riga “Torino”, il numero 4: pochini, peggio hanno fatto solo Sassuolo e Atalanta, ma è cosa nota che gli uomini di Ventura si siano sbloccati tardi, alla terza giornata, con un'incornata di Glik. Dopo quella segnatura del capitano, ne sono arrivate altre 3, più una in coppa: un poker interamente firmato Fabio Quagliarella. E questo sì, è un segnale che può legittimare il suono di qualche campanello d'allarme. Di fatto, tolto il colpo di testa di Glik nel Torino è andato a rete un solo giocatore.

    Che il resto del reparto d'attacco non fosse all'altezza della categoria era cosa evidente a tutti gli osservatori: Larrondo ha mostrato la propria inadeguatezza nel corso ormai di molte stagioni, Barreto cerca di ritrovare prima la salute fisica e poi se stesso, Amauri è sul viale del tramonto da un paio d'anni, e Martinez promette bene ma finora non ha ancora convinto Ventura. Quale la soluzione, per non dipendere troppo da un giocatore solo?

    Paradossalmente, i gol sono arrivati con maggior facilità (e più fluida è stata la manovra) allorquando Quagliarella è stato schierato da punta unica, che non accanto ai vari Amauri o Larrondo; alle sue spalle, El Kaddouri e Sanchez Miňo, in un tridente atipico. Ma l'argentino è solo adattato in questo ruolo, e le alternative mancano del tutto. La speranza dei tifosi è Martinez, che ha fatto vedere belle cose (e altre meno convincenti). Ma soprattutto, il calciomercato: se l'idea di Ventura sarà quella di insistere sul 3-4-2-1, allora arriverà un nuovo “numero 10”. E la strada da cui dovranno arrivare i gol del Toro sarà, definitivamente, quella della fantasia.
     

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