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    Toromania: Juric fa 100. Ma sarebbe importantissimo se arrivasse a 200

    Toromania: Juric fa 100. Ma sarebbe importantissimo se arrivasse a 200

    • Andrea Piva
    Cento partite sulla panchina di una squadra sono un traguardo importante per ogni allenatore, Ivan Juric le ha festeggiate ieri contro l’Empoli e per regalo ha ricevuto una vittoria che rilancia le ambizioni europee del Torino. Ma ciò che a oggi non si può ancora sapere è quanto realmente sia grande quel numero: perché se le partite sulla panchina del Torino diventeranno il doppio, il triplo o ancora di più, quel numero cento apparirà in futuro un po’ piccolo, se è invece destinato a crescere di ventidue unità (ventidue sono le partite che mancano alla fine del campionato), allora apparirà un po’ più grande. Insomma, per dirlo in parole più semplice: ciò che resta da capire è se Juric rinnoverà o meno il contratto. 

    Il tecnico continua a rimandare il momento della verità, dice di non pensarci ancora a quel contratto in scadenza e di essere concentrato solamente sul campo. Dall’altra parte Cairo continua a corteggiarlo, perché sa quanto sia difficile trovare un allenatore capace di valorizzarlo così tanto i giocatori come il tecnico croato. C’è la questione delle ambizioni del Torino che sono la vera cartina tornasole dell’intera vicenda: perché Juric, dopo aver fatto benissimo al Verona ed essersi confermato ora in granata, vuole una squadra che gli permette di lottare per obiettivi importanti, per essere protagonista di anno in anno anche in Europa. Una squadra come, per esempio, l’Atalanta. Non è un nome detto a caso, perché se Gasperini dovesse chiudere la propria avventura a Bergamo, Juric sarebbe uno dei principali candidati alla sua sostituzione. E all’Atalanta ritroverebbe il ds amico D’Amico, con cui aveva lavorato molto bene a Verona. 

    Per il Torino continuare con Juric sarebbe però fondamentale per proseguire quel percorso di crescita iniziato due anni e mezzo fa. Ripartire da capo con un altro allenatore rischierebbe di essere una sorta di autogol: in questi sei mesi Cairo non compierà chissà quale miracolo per convincere il tecnico croato a restare, c’è da sperare che quanto fatto in questi anni basterà a convincere l’allenatore a rimanere.

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