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Toromania: il trabocchetto europeo
La sfida che faceva tremare le gambe ora, al massimo, non lascia dormire sereni. Contro l'Athletic Bilbao il Torino tornerà a conoscere le sfide europee a eliminazione diretta, dopo che il ritorno nelle competizioni continentali a distanza di vent'anni dall'ultimo precedente è stato salutato da un brillante superamento del girone (e ancor prima dei preliminari). Il sorteggio ha regalato ai granata lo spauracchio basco, ma con il passare del tempo questo è passato dall'”invincibile armata che ha eliminato il Napoli dalla Champions” a un'”avversaria difficile ma non imbattibile”. Già, perchè da quando la squadra di Benitez cadde al San Mamés, ne sono cambiate, di cose.
L'Athletic è calato, il Toro è cresciuto, fondamentalmente. Il percorso inversamente proporzionale delle due squadre ha fatto acquisire sicurezza ai granata, mentre i biancorossi vanno sempre più giù nella classifica della Liga, e domani sera all'Olimpico sabaudo di presenteranno anche senza Aduriz (vero è che nel frattempo pare stiano trovando un piccolo genio in Unài Lopez). Dal canto suo, Ventura non potrà disporre di Bruno Peres (non inserito in lista Uefa per un disgraziato combinato di sue scelte e di errori societari), sicché sulle fasce tornerà giocoforza a correre l'esperto Molinaro. Ma non sono le questioni di organico, non è un giocatore in più o uno in meno, a dar di che pensare al tecnico genovese.
L'imperiosa risalita del Torino in Serie A è infatti coincisa con un elemento sopra tutti gli altri: il momentaneo, invernale “stop” al sovrapporsi degli impegni di campionato con quelli di coppa. Preparare due partite a settimana si era rivelato molto difficile per un organico non certo sovrabbondante (tantomeno in termini di qualità) come quello granata, nonché per un allenatore non più giovane e chiamato a confrontarsi per la prima volta in carriera con questo genere di situazioni. Per cui, è normale che oggi Ventura tema, sulla scorta di quanto accadeva negli scorsi mesi, non tanto che il match di domani sera vada male, quanto che abbia ripercussioni sull'andamento in campionato. Perché la Coppa è affascinante, ma il vero obiettivo del Toro è fare bene entro i propri confini. Magari proprio per ritrovarsi ancora in Europa.
L'Athletic è calato, il Toro è cresciuto, fondamentalmente. Il percorso inversamente proporzionale delle due squadre ha fatto acquisire sicurezza ai granata, mentre i biancorossi vanno sempre più giù nella classifica della Liga, e domani sera all'Olimpico sabaudo di presenteranno anche senza Aduriz (vero è che nel frattempo pare stiano trovando un piccolo genio in Unài Lopez). Dal canto suo, Ventura non potrà disporre di Bruno Peres (non inserito in lista Uefa per un disgraziato combinato di sue scelte e di errori societari), sicché sulle fasce tornerà giocoforza a correre l'esperto Molinaro. Ma non sono le questioni di organico, non è un giocatore in più o uno in meno, a dar di che pensare al tecnico genovese.
L'imperiosa risalita del Torino in Serie A è infatti coincisa con un elemento sopra tutti gli altri: il momentaneo, invernale “stop” al sovrapporsi degli impegni di campionato con quelli di coppa. Preparare due partite a settimana si era rivelato molto difficile per un organico non certo sovrabbondante (tantomeno in termini di qualità) come quello granata, nonché per un allenatore non più giovane e chiamato a confrontarsi per la prima volta in carriera con questo genere di situazioni. Per cui, è normale che oggi Ventura tema, sulla scorta di quanto accadeva negli scorsi mesi, non tanto che il match di domani sera vada male, quanto che abbia ripercussioni sull'andamento in campionato. Perché la Coppa è affascinante, ma il vero obiettivo del Toro è fare bene entro i propri confini. Magari proprio per ritrovarsi ancora in Europa.