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    Toromania: i mugugni da 'vecchio saggio' di Quagliarella

    Toromania: i mugugni da 'vecchio saggio' di Quagliarella

    Chi ha seguito i ritiri estivi del Torino nel 2014, assistendo alla gestazione della squadra post Cerci&Immobile, sa che le intenzioni di Giampiero Ventura erano quelle di proporre 5-3-2 con un centrocampo caratterizzato da un vertice basso ai lati del quale avrebbero dovuto agire due mezzali. Proprio quest'ultima coppia era data per essere l'elemento fondamentale della tattica granata; i protagonisti sarebbero stati Nocerino e Sanchez Miňo. Tra infortuni, incomprensioni e “prese per i fondelli” (cit. lo stesso Nocerino), ci è voluto del tempo per vederlo, questo schieramento; e poco importa che in campo ci fossero le presunte alternative Benassi e Farnerud, il risultato è stato un Toro che, corsaro a Cesena, ha giocato con buona intensità e continuità.

    Finora non ci era riuscito, e c'è chi non adduce solo motivazioni legate alla disponibilità di elementi all'uopo, per spiegare i balbettii di questo girone d'andata appena conclusosi. Come Fabio Quagliarella, che a caldo – dopo il match del “Manuzzi” che l'ha visto tornare a segnare dopo oltre tre mesi di digiuno – ha dichiarato come la sua squadra “non sempre ha provato a vincere le partite, non sempre ha messo il giusto coraggio”. E, in aggiunta a questa frustata, ha aggiunto: “Speriamo di invertire la rotta nel girone di ritorno, perchè per dare continuità ai risultati ci vuole un cambio di mentalità; poi le partite le possiamo vincere, l'avete visto”.

    Quello del “Quaglia” non è un attacco a Ventura stile-Nocerino, ma il bersaglio delle sue parole è comunque il Mister. Colpevole, secondo l'attaccante azzurro (i rapporti fra i due si sono incrinati dopo Torino-Sassuolo), di essere stato spesso timido. Un punto di vista personale, ma condivisibile laddove racconta di sensazioni che molti semplici osservatori hanno provato, in questi mesi di Toro: capace di grandi partite (come quella in cui ha schiacciato il Milan, come il derby, come la gran parte degli incontri di Europa League) come di incontri soporiferi apparentemente ingiustificati. Chiaro, Ventura ha bisogno di essere aiutato dalla società, perchè il buon impatto dell'esordiente Maxi Lopez non può bastare, da solo; ma dovrà poi metterci del suo. Dovrà metterci del coraggio.

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