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Toromania: Giaccherini? No, grazie
Dopo il due di picche rifilato la scorsa estate, infatti, Furio Valcareggi (il procuratore del centrocampista) ha provato a comporre sul proprio cellulare il numero di Gianluca Petrachi, il telefono è però squillato a vuoto: dal ds nessuna risposta. Giaccherini è un calciatore che per caratteristiche al Torino continua a piacere, così come piace anche al tecnico Sinisa Mihajlovic, ma di riaprire la trattativa la società granata, al momento, non ha la minima intenzione. In fondo, giusto così. Un anno fa il Toro si era mosso prima di tutti, aveva trovato l'accordo sia con Giaccherini che con il Sunderland: mancavano sole le firme sul contratto. Soltanto una formalità, almeno così sembrava lo scorso luglio. Poi l'improvvisa chiamata del Napoli: Giaccherini e il suo procuratore, senza pensarci troppo, hanno fatto saltare la trattativa con il Torino e hanno risposto presente alla chiamata dei partenopei. Peccato che in azzurro le cose non siano andate come l'ex Juventus sperava: poche presenze e tanta panchina che ha portato anche Ventura a escludere l'esterno dal gruppo della Nazionale. Giaccherini ora vuole rimettersi in gioco, tornare ad essere protagonista in serie A, per poterlo fare Valcareggi ha provato anche a fare pubblicamente ammenda: “Ho sbagliato con Cairo e Petrachi – ha dichiarato negli scorsi l'agente in un'intervista radiofonica – chiedo scusa. Io e il mio socio Marinelli con il Toro non ci siamo comportati benissimo. Detto questo non accetto i moralismi che ho letto tante volte: i giocatori nella loro carriera, dato che finisce abbastanza presto, non devono regalare un euro a nessuno. Se viene fuori il Napoli, tra Napoli e Torino un professionista sceglie il Napoli”.
In questa sede non vogliamo fare nessun moralismo o critica nei confronti di Giaccherini e della scelta, più che lecita, fatta un anno fa. Ma, come il terzo principio della dinamica insegna, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria: dopo essersi visto rifiutare un attimo prima della firme, il Torino, se vuole togliersi di dosso l'appellativo di provinciale che vent'anni di altalena tra serie A e serie B gli hanno appiccicato addosso, non può restare passivo e subire il volere dei calciatori. Se Giaccherini torna a bussare alla porta, dopo il sì rimangiato dello scorso anno, una squadra che vuole tornare grande non può aprire.