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    Toromania: dal 5-3-2 di Ventura al 2-3-5 di Mihajlovic, i numeri di una rivoluzione

    Toromania: dal 5-3-2 di Ventura al 2-3-5 di Mihajlovic, i numeri di una rivoluzione

    • Andrea Piva
    Dal 5-3-2 di Ventura al 2-3-5 di Mihajlovic: lo schema utilizzato per anni dall'attuale ct della Nazionale e quello con cui il Torino ha terminato la partita di ieri contro l'Udinese sintetizzano alla perfezione la rivoluzione avvenuta nell'ultimo anno all'ombra della Mole. Contro la squadra di Delneri il Toro ha dimostrato di rispecchiare il carattere del proprio allenatore (o meglio, l'allenatore ha dimostrato di incarnare lo spirito del Toro), Belotti e compagni hanno così saputo raddrizzare una partita in cui tutto sembrava girare storto tra pali presi (addirittura tre), alcune ottime parate di Scuffet e due gol subiti nelle rare sortite offensive bianconere.

    Una partita come quella di ieri un anno fa il Torino molto probabilmente l'avrebbe persa: quando, come oggi, la classifica negava la possibilità di raggiungere obiettivi concreti, la squadra di Ventura allentava la pressione e in campo raramente mostrava spettacoli degni del prezzo del biglietto. È capitato in serie B quando, a promozione matematicamente raggiunta, il Torino perse il primo posto pareggiando in casa di un Albinoleffe da settimane matematicamente già retrocesso, è accaduto in serie A, dopo che la salvezza era stata raggiunta e l'Europa League era diventata del tutto (o quasi) irraggiungibile. È così che lo scorso anno, nel girone di ritorno, il Torino è quasi sempre sceso in campo con un atteggiamento molle (fatta eccezione per qualche partita come la trasferta di Milano contro l'Inter) lasciando sul campo punti su punti. Proprio quell'atteggiamento che Mihajlovic ha voluto bandire: “Non voglio più vedere partite da mezze seghe” aveva dichiarato in conferenza stampa alla vigilia di Torino-Udinese ed è stato accontentato. Pur non potendo più ambire a posizione di alta classifica, il Toro continua a lottare riuscendo anche a far divertire i propri tifosi. Per centrare il suo obiettivo Mihajlovic a venti minuti dalla fine ha anche schierato in campo il cinque attaccanti (Belotti, Ljajic, Iturbe, Boyé e Maxi Lopez) dichiarando poi che: "Se ne avessi avuta un'altra avrei messo anche quella".

    Alla fine il suo Torino totalmente a trazione anteriore, con Rossettini e Moretti a comporre la coppia di centrali, Zappacosta e Molinaro chiamati a spingere e a sovrapporsi sulle fasce, Acquah a fare da frangiflutti davanti alla difesa, Ljajic ad agire da regista avanzato, Iturbe, Maxi Lopez, Belotti e Boyé a fronteggiare i difensori avversari, ha ottenuto un 2-2 che sta stretto. “Ogni sostituzione è un segnale che si da alla squadra” aveva detto in settimana Mihajlovic incontrando i tecnici delle società dilettantistiche torinesi: il segnale che ha dato ieri è che il suo Torino non ha intenzione di arrendersi e ha fame di risultati.

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