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    Toromania: con Sirigu la porta è al sicuro

    Toromania: con Sirigu la porta è al sicuro

    • Andrea Piva
    Sinisa Mihajlovic può ora stare tranquillo, la questione portiere quest'anno è stata risolta in fretta e bene: sarà Salvatore Sirigu l'estremo difensore della porta del Torino. Portiere esperto ma non vecchio, capace di dare garanzie, con tanta voglia di rilanciarsi - dopo le ultime stagioni non particolarmente esaltanti – e di riconquistare un posto in Nazionale in vista del Mondiale in Russia del 2018. Arriva da una stagione in Spagna al di sotto delle aspettative, tra la panchina al Siviglia e la retrocessione con l'Osasuna, ma non è possibile pensare che si sia "imbrocchito" di colpo:  fino a due stagioni fa era uno dei pilastri del Paris Saint Germain, squadra dalle grandi ambizioni sia in patria che in Europa.

    Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, l'estate granata quest'anno è iniziata nel migliore dei modi ed è lecito sperare che possa terminare altrettanto bene. Se lo scorso anno il primo acquisto era stato Arlind Ajeti, una scommessa (poi persa) arrivata a parametro zero, quest'estate invece il mercato è partito con Sirigu, un giocatore di qualità, che con la maglia del Paris Saint Germain ha imparato a vincere e lo ha fatto diverse volte. In granata erediterà il ruolo di estremo difensore da Joe Hart, un altro calciatore dal curriculum di primissimo livello che con il suo arrivo ha fatto sognare i tifosi del Toro. L'inglese in campo non sempre è stato impeccabile (si ricordano diversi gol subiti a causa delle sue uscite a vuoto) ma ha saputo portare alla causa granata anche diversi punti.

    Al Torino da diversi anni manca un portiere che sia una sicurezza, l'uomo in più: complice una difesa colabrodo Hart non è riuscito ad esserlo, ma non ce l'avevano fatta neanche i suoi predecessori Gillet e Padelli. L'ultimo portiere granata ad aver fatto davvero la differenza in campo è stato Matteo Sereni. Proprio come Sirigu arrivò al Toro a costo zero dopo due stagioni deludenti: la prima passata in parte in panchina alla Lazio, in parte in panchina al Treviso (solo sette presenze con i veneti con cui retrocedette in B), la seconda invece andata ancora peggio, terminata senza mai giocare nella Lazio e litigando con Lotito. Chissà che Sirigu in granata non riesca a riscattarsi così come fece Sereni: l'ex PSG potrà inoltre contare su una squadra completamente diversa, più solida, con maggiore qualità rispetto a quella in cui giocava Sereni.

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