Toromania: come on Joe Hart
In conferenza stampa Hart ha parato tutto, anche le domande più insidiose. A chi in maniera incalzante chiedeva del rapporto con Guardiola ha risposto: “Ognuno ha le sue idee, io ora sono contento di essere qui al Toro”. E con un'uscita sicura ha spento anche le critiche di Souness (tra l'altro ex allenatore granata ricordato per i pessimi risultati ottenuti prima di essere sostituito da Reja) sulla sua scelta di trasferirsi sotto la Mole. Ora però quello che conta è il campo. L'esordio nella serie A di Hart non è certo stato dei migliori: un pallone smanacciato male in uscita che si è trasformato nel migliore degli assist per un avversario (Masiello) e sul portiere sono piovute le, giuste, insufficienze in pagella e le prime critiche.
Vero, l'inglese non fa parte di quella ristrettissima cerchia di portieri che rappresentano il meglio che esiste nel ruolo (vedi i vari Buffon, Neuer e Courtois) ma è comunque tra i più forti del panorama mondiale. Non si è per caso per anni il portiere titolare di una delle più forti squadre europee, in grado di vincere due delle ultime cinque Premier League, di arrivare in finale in Champions League. Papere ne ha fatte, certo, sia con il City che con l'Inghilterra, ma non esiste portiere al mondo che ogni tanto non ne faccia una. Ma Hart è uno di quei portieri che in un campionato è in grado di portare da solo, con le proprie parate, diversi punti alla squadra: un tipo di portiere che al Toro mancava da diverso tempo, da quando Matteo Sereni è stato ceduto al Brescia. E allora forza Hart, è il momento di respingere anche le critiche e di dimostrare di non essere un colpo solamente mediatico.