Toromania: Cairo, un ottimo 'compitino' senza squilli
Con diverse ora d'anticipo rispetto al termine ufficiale, il Torino sembra aver concluso il proprio calciomercato invernale, anticipo dovuto alla tranquilla situazione tecnica e di classifica che non poneva urgenze particolarmente stringenti alla dirigenza. Due sembrano essere i tratti distintivi che saltano agli occhi di questa campagna acquisti: il ringiovanimento generale della rosa, e la mancanza (ancora) di un “colpo”, nonché di un attaccante che possa essere un'alternativa valida alla coppia d'oro Cerci-Immobile.
L'arrivo di Vesovic, Kurtic, Tachtsidis e – a giugno – Benassi abbassa decisamente l'età anagrafica del gruppo, ponendo le basi per una squadra futuribile; una linea verde che si aggiunge ai vari Maksimovic, Immobile ed altri già stabilmente inseriti nel Toro di oggi e di domani.
Altro punto a favore della gestione Petrachi di questa sessione di mercato, la conclusione della telenovela-D'Ambrosio: quel che è stato ricavato, per un giocatore che cinque mesi più tardi se ne sarebbe andato a titolo gratuito, è decisamente abbondante.Quel che manca, come sempre, è l'acquisto di livello superiore, quello che può davvero aumentare il tasso tecnico di una squadra. Quello, o quelli; erano in molti ad aspettarsi almeno un paio di arrivi di grande qualità, per acchiappare quell'Europa che sembra a portata di mano. Con un piccolo sforzo, chiaro. Invece, Ventura dovrà tentare la storica impresa con un centrocampo formato di uomini ammirevoli e volenterosi, quali Basha, Vives etc, ma con talento tutto sommato modesto. I Nocerino, i Lodi che avrebbero impresso il “salto” non si sono visti. E rischia di essere un'occasione persa, l'Europa, di quelle grandi.