Getty Images
Toromania: Cairo, l'Europa è possibile ma metta mano al portafoglio
La partita contro il Bologna, oltre a rimettere in corsa per l’Europa la squadra di Walter Mazzarri, ha evidenziato anche i limiti a livello numerico di questo Torino. Con Rincon fermato dalla febbre e Baselli non ancora recuperato, il tecnico granata ha potuto contare solamente su due centrocampisti di ruolo: Meité e Lukic. E quando nella ripresa ha scelto di coprirsi maggiormente, passando dal 3-4-2-1 passando al 3-5-1-1 (anche se Lukic spesso saliva ad aiutare Berenguer e Belotti), ha dovuto schierare Laxalt nel ruolo di mediano.
In molti si sono poi chiesti perché, nonostante i tanti errori e le prestazioni negative, Aina e Meité non siano stati sostituiti. La risposta la si trova guardando la panchina: oltre a Laxalt, entrato al posto di Verdi per rinforzare il centrocampo, non c’erano altri giocatori disponibili per quei ruoli. Gli unici giocatori di movimenti a disposizione di Mazzarri erano i difensori centrali Bonifazi e Bremer, gli attaccanti Edera e Millico.
Il centrocampo è il tallone d’Achille del Torino, sia in termini di qualità che numerici: in quel settore servono innesti importanti, capaci di fare la differenza e di dare alternative a Mazzarri. Soprattutto ora che la squadra granata è tornata in corsa per centrare l’obiettivo qualificazione europea. La partita contro il Bologna deve rappresentare un campanello d’allarme per il presidente Cairo, tradizionalmente restio a investire nel mercato di gennaio. In queste settimane di mercato, però, servirebbe che il patron granata mettesse mano al portafoglio per portare in granata almeno un rinforzo a centrocampo (salvo partenze di qualche mediano attualmente in rosa) per non correre il rischio che, come accaduto contro il Bologna, Mazzarri si ritrovi a giocare sfide importanti per l’Europa in piena emergenza.