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    Toromania: Cairo incassa ma non spende, dove sono finiti i 30 milioni di Zappacosta?

    Toromania: Cairo incassa ma non spende, dove sono finiti i 30 milioni di Zappacosta?

    • Andrea Piva
    C'è uno stato d'animo che da qualche anno accomuna tutte le sessioni di mercato del Torino: il rammarico. Rammarico per non aver completato una rosa che, lo dice la classifica, avrebbe avuto bisogno di miglioramenti in questa stagione, rammarico per la cessione di Zappacosta il 31 agosto, rammarico per l'aver rinforzato (se si può usare questo termine) la difesa con il solo Carlao un anno fa, rammarico per le cessioni di Glik e Maksimovic (entrambi non adeguatamente sostituiti) l'estate precedente. E andando indietro nel tempo di questi esempi, ahinoi, se ne trovano ancora molti. In ogni sessione di mercato arriva il momento in cui Cairo decide di tirare indietro la gamba. O meglio, la mano. Dal proprio portafoglio.

    Le possibilità economiche di mettere a segno un paio di colpi di qualità in questa sessione di mercato il presidente del Torino le aveva, eccome. Il bilancio del mercato estivo si è chiuso con un guadagno di circa 40 milioni di euro, una trentina arrivati proprio il 31 agosto dalla cessione di Zappacosta al Chelsea: sottraendo a questo tesoretto i milioni che dovranno essere spesi a fine stagione per il riscatto, obbligatorio, di Rincon, quello più che probabile di N'Koulou e l'acquisto di Damascan, Cairo avrebbe avuto a disposizione ancora buona parte di quel bottino per mettere a segno quei colpi che avrebbero potuto aiutare la squadra a raggiungere l'obiettivo (dichiarato dallo stesso presidente) di qualificarsi alla prossima Europa League.

    “Mi batterò in tutti i modi affinché il Toro dia veramente a voi, che lo meritate, delle soddisfazioni” aveva promesso Cairo ai tifosi granata, riferendosi a quello che avrebbe fatto in questo 2018, nel video-messaggio di auguri natalizi. Un mese dopo, con un mercato di gennaio chiuso senza neanche un acquisto, non si può certo dire che il presidente abbia mantenuto quanto promesso. A rimetterci sono però i tifosi, che rischiano di vivere l'ennesima stagione anonima, mentre le casse societarie sono sempre più piene. Ma, a quanto pare, a Cairo va bene così.

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