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Toromania: Cairo ha deluso, sbagliato però accontentarsi di chiunque al suo posto
Urbano Cairo non è il miglior presidente possibile per il Torino, ma non è neanche il peggiore. Non sappiamo in quale delle due categorie, migliore o peggiore, possa essere racchiuso Nunzio ‘Pupi’ D’Angieri, certo è che fa rabbrividire il fatto che prima ancora di esprimere la propria volontà di acquistare la società granata abbia tenuto a precisare di essere un tifoso della Juventus. Nella storia recente granata c’è già stato un proprietario dichiaratamente bianconero e in appena cinque anni si è rischiato di ritrovarsi con un centro commerciale sul prato del Filadelfia e senza più una squadra. Nel frattempo, quel business legato allo stadio di proprietà a cui D’Angieri ha dichiarato di essere interessato, l’ha fatto proprio la Juventus.
Vero che gli interessi economici sono poi quasi sempre più importanti della fede calcistica per un qualunque proprietario di un club, sbagliato però accontentarsi di un “chiunque” a capo della società, lecito invece sognare un futuro migliore per il Torino. Se anche quella dell’ambasciatore del Belize fosse stata solamente una mossa pubblicitaria, sarebbe comunque il segno che il Toro ha ancora una sua attrattiva, che può interessare, che non ci si deve accontentare, né di Cairo, né presunti possibili acquirenti. Un imprenditore con le tasche strapiene di quattrini e il cuore granata forse non arriverà mai, ma basterebbe qualcuno che non si affretti a sbandierare la propria fede bianconera sui media prima ancora di annunciare di voler acquistare la società, che abbia ovviamente denaro da voler investire in un progetto serio. Il Toro ha bisogno prima di tutto di recuperare la propria identità, per farlo non è sufficiente “chiunque”.