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    Toromania:| Cairo e la paura dei soliti errori

    Toromania:| Cairo e la paura dei soliti errori

    Non si tratta di essere scettici o ipercritici. Quando una squadra ritrova la Serie A il 20 maggio ci si aspetta che non debba arrivare il 5 luglio per ufficializzare i primi due colpi e che possa agire sul mercato col dovuto anticipo e non di corsa, a tre giorni dal raduno, tentennando per pochi spiccioli su obiettivi considerati prioritari. Il Toro oggi ha confermato in via ufficiale l'arrivo di Gillet (per intero e fino al 2015) e di Darmian (in comproprietà), ma è lecito sostenere che non basti questo per dire che il mercato si è sbloccato per davvero. A Ventura è stata promessa una rosa pronta per l'80% entro il ritiro, che inizierà venerdì prossimo, 13 luglio, a Sappada. Riuscire a prendere il portiere voluto dal tecnico (già un anno fa) e confermare il terzino destro che tante soddisfazioni ha dato nel trionfale campionato di Serie B appena trascorso è un buon punto di partenza, ma comunque segnato in modo tardivo e non ancora sufficiente.

    Come al solito le trattative che riguardano i giocatori che piacciono al Toro vanno per le lunghe. Un po' perché Cairo e Petrachi tirano la corda e cercano di abbassare il prezzo ai minimi storici possibili, un po' perché le controparti talvolta si sentono prese in giro, e un po' perché gli interlocutori dei granata ora vedono il Toro come una diretta concorrente in Serie A e non come una discarica di giocatori da portare in Serie B: è il caso del Bologna (per Gillet), del Siena (per Gazzi) e del Catania (per Maxi Lopez). Non si può certo pensare che queste squadre possano regalare a Ventura i giocatori che lui stesso ha indicato per rinforzare la squadra. La qualità ha il suo prezzo e va pagato: è legittimo fare i propri interessi e limare i costi, ma è bene anche pensare che nel calcio la beneficenza non esiste (non nel mercato almeno), e non si può sempre sperare nei prestiti - che di fatto lasciano vuota la 'scatola' - o nelle comproprietà, che sono sempre un'arma a doppio taglio di cui ci si accorge puntualmente con un anno di ritardo.

    Bisogna comprare e bisogna soddisfare le richieste dell'allenatore, nei tempi promessi. D'altronde il regalo più grande che Cairo e Petrachi possano fare a Ventura è proprio il tempo, una componente necessaria per amalgamare una squadra e per rendere gruppo quello che settimana prossima sarà solo un insieme di giocatori o poco più. Ci vuole tempo - e lo si è visto negli ultimi 12 mesi - per creare coesione e dare vita ad un'idea tattica: niente s'improvvisa. Ventura lo sa bene e i tifosi del Toro lo hanno potuto constatare. Per questo motivo Gillet e Darmian non bastano, non il 5 luglio: occorre tenere il piede sull'acceleratore e continuare su questa strada, rapidamente, per dare a Ventura quel che vuole e per far ritrovare alla gente quell'entusiasmo che è andato perduto in un mese di immobilismo.

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