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    Toromania: Belotti non è un rigorista. Ma non rendiamolo un capro espiatorio

    Toromania: Belotti non è un rigorista. Ma non rendiamolo un capro espiatorio

    • Andrea Piva
    Andrea Belotti non è un rigorista, non lo scopriamo certo oggi. Lo scorso anno ha sbagliato tre dei cinque penalty calciati - una media superiore al 50% - ieri contro il Chievo si è fatto parare quello del possibile 2-1 che avrebbe (forse) potuto permettere al Torino di portare a casa un vittoria preziosissima per la corsa all'Europa: con i tre punti i granata avrebbero superato in classifica il Milan salendo così al settimo posto, l'ultimo disponibile per qualificarsi alla prossima Europa League (vincitrice della Coppa Italia permettendo).

    Andrea Belotti non è neanche nella condizione migliore. Come ha spiegato Nicolas Burdisso, uno dei più esperti tra i sui compagni di squadra, a fine partita: “Non è ancora al top e non può ancora esserlo dopo l’infortunio che ha avuto, ci vuole tempo per togliersi di dosso la paura. Chi si intende di infortuni lo sa bene”. Questo spiega il perché il Gallo contro il Chievo, a differenza di quanto fatto in passato, ha perso più che recuperato palloni, non ha vinto praticamente neanche un contrasto, non abbia per nulla inciso nel match. Belotti ha giocato male, ha fallito la più grande occasione avuta dal Torino per vincere una partita difficile, ma non rendiamolo il capro espiatorio di tutti i mali della squadra granata.

    Per tutta la scorsa stagione ha trainato il carro granata, a volte anche da solo, risolvendo molte partite, portando diversi punti alla causa con i suoi gol. Ora sta attraverso un momento difficile iniziato con l'infortunio al ginocchio e continuato con il sogno spezzato di essere tra i protagonisti del prossimo Mondiale. Per aiutare il Torino e l'Italia a uscire da un momento complicato ha stretto i denti e ha accelerato i tempi di recupero, è tornato in campo prima del previsto ma non è riuscito a dare l'aiuto che sperava. Quello visto contro il Chievo (ma anche nelle precedenti partite) non è il vero Belotti, ma al Gallo va lasciato il tempo di sbagliare (anche i rigori), di scacciare le paure e di tornare a fare quello ha sempre fatto. Per il Torino è troppo importante.

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