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Toromania: Belotti è un patrimonio nazionale, ma prima di tutto granata
Gli impegni degli ultimi giorni delle varie nazionali hanno testimoniato come il Torino abbia un incredibile patrimonio tecnico e qualitativo da conservare e sfruttare nel migliore dei modi. Un patrimonio che nella parte granata di Torino non si vedeva da anni: giocatori giovani, la maggior parte senza esperienza a livello internazionale (tra quelli citati in precedenza l'unica eccezione è Hart) ma capaci di fare già la differenza con le proprie nazionali. Mihajlovic ha ora il compito di far crescere ancora di più questo patrimonio attraverso il lavoro quotidiano, Cairo e Petrachi hanno invece quello di far sì che non vada disperso ma, anzi, che venga arricchito. A fine stagione, comunque vada per il Torino, non mancheranno le richieste di informazioni, i sondaggio e le offerte per i vari Belotti, Barreca, Zappacosta e compagni: il presidente e il ds granata dovranno quindi essere bravi a non cedere alle tentazioni e ai milioni che potrebbero arrivare dalle loro cessioni, anche perché le casse granata, la prossima estate, saranno comunque riempite dai soldi provenienti da Roma e Napoli per i riscatti, obbligatori, di Peres e Maksimovic, senza considerare poi altre cessioni minori, come ad esempio quella a titolo definitivo di Jansson.
Belotti, in particolare, oggi è considerato l'elemento di maggior spicco di questo capitale, da solo rappresenta un vero e proprio patrimonio nazionale ma, innanzitutto, non va dimenticato che è un patrimonio del Torino. Per continuare a crescere come sta facendo, la società granata dovrà continuare a valorizzarlo e sfruttarlo ancora a lungo.